Caso Azzollini, poliziotti in piazza Pisapia si nega e manda Limonta

Per il sindaco Giuliano Pisapia il «caso» Azzollini è chiuso, se mai l’ha considerato aperto, e pertanto ritiene inutile incontrare i poliziotti scesi a protestare davanti a Palazzo Marino. Se proprio vogliono parlare con qualcuno c’è Paolo Limonta, l’amico dei centri sociali. Proposto respinta. A parziale risarcimento, i poliziotti sono stati ricevuti dai consiglieri Pdl, decisi ora a rivolgersi al Presidente della Repubblica.
Il cuore della polemica è Maurizio Azzollini, funzionario comunale, chiamato dal vice sindaco Maria Grazia Guida a svolgere le funzioni di capo gabinetto. Un nome che riemerge dal passato più cupo della città, quello degli anni di piombo e dei morti ammazzati per strada. In particolare Antonino Custra, colpito da un proiettile il 14 maggio 1977 durante una manifestazione di autonomi. Per quel delitto fu condannato Mario Ferrandi, ma a sparare quel giorno furono in molti, compreso Azzollini, anche se i suoi proiettili non uccisero nessuno. Arrestato, passò cinque anni in galera e in libertà condizionata. Poi l’impiego in Comune, dopo regolare concorso.
«Nessuno contesta che Azzollini di lavorare a Palazzo Marino, ma di avere un ruolo così delicato si» dicono in sostanza i sindacati di polizia Coisp, Sap e Ugl che ieri alle 16 si sono trovati sotto palazzo Marino con i fischietti in bocca. Tra loro molti agenti in servizio negli anni Settanta che sentirono fischiare le pallottole di Azzollini. E Giovanni Berardi, figlio del maresciallo Rosario, assassinato dalla Br nel 1978 a Torino. La loro voce è arrivata fino a piani alti ma con scarso successo, nonostante la mediazione del consigliere Pdl Carmine Abagnale, un ex poliziotto. «Ho chiesto un minuto di silenzio in memoria di Custra, ma il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo l’ha respinta - ha poi spiegato Abagnale -. Ho chiesto al sindaco di ricevervi e lui ha offerto di farvi parlare con Limonta». Offerta respinta al mittente: incaricare un vecchio comunista sempre presente alle manifestazioni dei centri sociali è sembrata una beffa. Più tardi il sindaco si è giustificando spiegando che è sempre pronto a incontrare i sindacati di polizia ma tutti insieme e non solo alcune sigle.
Alla fine solo Abagnale, Riccardo De Corato e Carlo Masseroli hanno ricevuto gli agenti. «Rinnovo la mia iniziativa di chiedere alle associazioni delle forze dell’ordine di disertare le commemorazione di vittime di servizio a cui partecipi Pisapia - ha detto De Corato -. Questa vicenda è gravissima e la maggioranza non può pensare che evitando di parlarne prima o dopo cada nel dimenticatoio. Azzollini resti in Comune ma rinunci al ruolo che non è il termine di una carriera, ma una chiamata diretta, basata sulla “fiducia”. Vorrei sapere come si fa a fidarsi di un ex terrorista». Rincara la dose Abagnale, che intende chiedere l’intervento del Capo dello Stato.

«Giorgio Napolitano non può restare insensibile a questo scandalo». Beffati dalla giunta di sinistra, i poliziotti hanno poi lasciato palazzo Marino e hanno deposto una corona di fiori in via De Amicis dove 35 anni fa cadde Custra e dove il giovane Azzollini faceva il pistolero.

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