Un impulso incontrollabile di rabbia e violenza, che avrebbe potuto scatenarsi contro chiunque, purchè donna. Un raptus che ha poco a che vedere con una sindrome depressiva. Dopo tanta omofobia la vicenda di Oleg Fedchenko, l ucraino 25 anni con la passione per il pugilato, che ha ucciso a pugni una donna filippina, «è un caso di ginecofobia». Lo spiega Claudio Mencacci, primario psichiatra allospedale Fatebenefratelli di Milano, dove la vittima è stata trasportata dopo laggressione e dove è morta nel reparto di rianimazione nonostante i soccorsi.
Secondo il medico vittima è stata scelta «soltanto perchè donna, perchè in quel momento rappresentava un genere verso il quale lassassino provava un odio incontenibile». Lo specialista parla di un raptus. «Ma attenzione - tiene a precisare - questo non significa assolutamente che quelluomo non sapesse ciò che stava facendo. Sapeva bene che stava facendo del male, perchè non esiste un raptus senza che vi sia una consapevolezza alla base». Per lo psichiatra, nel dramma che si è consumato la depressione di cui lassassino ha sofferto in passato non centra affatto.
«Una reazione di tale violenza non fa parte della condizione di depresso- osserva Mencacci- e a scatenare limpulso indominabile bastano anche stimoli insignificanti: uno sguardo lanciato per caso, anche non direttamente rivolto al futuro aggressore, o unandatura particolare, magari normalissima agli occhi di tutti gli altri. È sufficiente questo per innescare il corto circuito»
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.