da Roma
Manipolazioni di mercato, una delle condotte previste nel reato di aggiotaggio. Con questa accusa la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati Giorgio Chinaglia, lex gloria della Lazio che è rappresentante di una cordata straniera (pare ungherese, ndr.) interessata a rilevare il club dal presidente Lotito. Gli accertamenti della Procura stanno verificando se dietro le sue dichiarazioni relative allintento del gruppo farmaceutico straniero, si celino eventuali manovre speculative, considerati i molti alti e bassi del titolo della Lazio. Fondamentale per il primo passo compiuto dagli investigatori il rapporto della Consob, lorgano che sovrintende le società quotate in Borsa.
«Era un evento ampiamente previsto dal sottoscritto - ha commentato Chinaglia attraverso un comunicato -. Venerdì 24 marzo avevo presentato un esposto cautelativo, portando alla magistratura fatti rilevanti inerenti alla vicenda. Il sottoscritto, pertanto, nutre una profonda fiducia nei confronti delle Autorità competenti che sapranno senzaltro fare piena chiarezza sullintera questione». Sul fascicolo del pm Fava per ora risulta iscritto solo Giorgio Chinaglia. Nei giorni scorsi, lex bomber laziale aveva prodotto una serie di documenti, tra i quali la fotocopia del versamento su un conto corrente ammontante a 24 milioni di euro. Linchiesta è stata affidata a Fava - secondo quanto si è appreso - perché lui era già responsabile dellindagine aperta in seguito alle denunce presentate dal presidente della squadra biancoceleste Lotito dopo una serie di minacce ricevute.
E dopo la denuncia alla Consob di alcuni piccoli azionisti, la Procura sta compiendo accertamenti anche sullipotesi di un patto parasociale dietro il controllo della Lazio. Nel mirino i rapporti tra Lazio Events, lazionista di riferimento del club, e Roberto Mezzaroma, che ha acquisito il 14,6% delle azioni.
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