Caso Saviano, finiani: "Meglio nani e ballerine?"

La rivista web di Farefuturo critica l’ipotesi di diminuire le trasmissioni del giornalista e scrittore Roberto Saviano: "Ma che servizio pubblico è? La Rai taglia Saviano: meglio puntare su nani e ballerine". E rilancia: "Non è un bel paese quello in cui la televisione taglia un evento culturale"

Caso Saviano, finiani: "Meglio nani e ballerine?"

Roma - "Ma che servizio pubblico è? La Rai taglia Saviano: meglio puntare su nani e ballerine". In un editoriale di Filippo Rossi sulla rivista web di Farefuturo, si critica l’ipotesi di diminuire le trsmissioni del giornalista e scrittore Roberto Saviano. "Speriamo che non sia vero. Perché non è un bel paese quello in cui la propria televisione pubblica, la televisione di tutti, decide di tagliare un evento culturale prima che mediatico come la trasmissione di Roberto Saviano. Significa che lo stato abdica alle sue funzioni per accontentarsi di nani e ballerine, di zerbini e di veline. Significa che nelle stanze che contano nessuno ha più a cuore le crescita culturale di una società, che si vuole piuttosto allineata e coperta alle ragioni di un potere sempre più vuoto, sempre più stanco, sempre più vecchio".

nuovo attacco dei finiani "Non lo diciamo per Saviano che ha la capacità e la forza di difendersi da solo - prosegue Rossi - lo diciamo per noi e per tutti quegli italiani che vorrebbero essere ancora orgogliosi del proprio paese, per tutti quegli italiani che ancora cercano le ragioni profonde di uno stare insieme, di un riconoscersi, di un apprezzarsi. Ecco, Roberto Saviano, quel che questo ragazzo rappresenta, è una delle ragioni: l’idea di un paese normale in cui legalità e giustizia abbiano di nuovo un senso concreto, al di là della retorica, al di là della propaganda". "Non come concessione dall’alto ma come obbligo civile: perchè altrimenti la politica non ha più alcuna ragione d’essere... Non può piacere un paese che, attraverso la televisione pubblica, mette in conto di tagliare ciò che in una democrazia non può mai essere messo in un angolo: lo spirito critico, la forza della parola, la rabbia della verità. Se una tv pubblica fa questo, è inutile che si fregi di quell’aggettivo - pubblico - che dovrebbe essere garanzia di serietà, di approfondimento, di pluralità".

I compiti della tv pubblica Una televisione pubblica che si accontenta di sorvolare senza entrare mai nel merito "non dovrebbe chiamarsi così", perchè non è pubblico un servizio che nasconde la polvere del paese sotto il tappeto di un’insostenibile leggerezza. "Un’informazione pubblica che si attarda a parlare di ciò che cantano gli italiani sotto la doccia o dell’incubo della prova costume (provate a indovinare chi è stato?) forse dovrebbe ringraziare quelli come Roberto Saviano, che si ostinano a pensare che fare domande e cercare risposte sia l’anima di ogni democrazia".

Garimberti: "Resti il progetto iniziale" Mantenere il progetto originario per il programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio su Raitre. A quanto si apprende, è questo l’auspicio espresso dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, dopo le indiscrezioni secondo cui starebbe maturando l’ipotesi di dimezzare le previste quattro puntate del programma. "Auspico che il progetto originario presentato dal direttore di RaiTre sia quello che verrà poi sottoposto al giudizio del Consiglio di amministrazione", è la posizione di Garimberti.

"In attesa di avviare una discussione nel merito sui palinsesti, discussione prevista per martedì prossimo, mi sembra doveroso - sottolinea ancora Garimberti - affermare prima di tutto che la presenza di Saviano sui nostri schermi dà corpo all`idea di qualità che secondo me deve incarnare la Rai".

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