Caso Speciale, Visco interrogato in settimana

Il viceministro sarà convocato dalla Procura di Roma per rispondere alle accuse dell’ex comandante della Guardia di Finanza. Ma è probabile un rinvio al 3 luglio

Caso Speciale, Visco interrogato in settimana

Roma - Vincenzo Visco sarà ascoltato nei prossimi giorni dalla Procura di Roma, per rispondere alle accuse del generale Roberto Speciale. L’ex comandante delle Fiamme Gialle ha denunciato di aver subito l’anno scorso dal viceministro all’Economia pressioni per trasferire 4 ufficiali della Guardia di Finanza in Lombardia, che lavoravano sulle scalate bancarie e su Unipol.
Sulla posizione del viceministro nell’indagine a piazzale Clodio viene mantenuto il più stretto riserbo: non si sa in quale veste dovrebbe subire l’interrogatorio, né quando esattamente questo avverrà. Sembra che domani mattina il procuratore capo Giovanni Ferrara e il pubblico ministero Angelo Antonio Racanelli, che sta svolgendo le indagini, debbano appunto concordare la data. Potrebbero decidere di ascoltare Visco anche domani sera, oppure entro la settimana, ma più probabile sembra un rinvio al 3 luglio.
Il viceministro, che in seguito alla vicenda ha rimesso la delega alla Guardia di Finanza, dovrà comunque fornire la sua versione sui contrasti con l’ex comandante della Guardia di Finanza Speciale, rimosso dal suo incarico per questo motivo e sostituito tra mille polemiche dal generale Cosimo D’Arrigo.
In questo mese i magistrati hanno sentito diverse persone vicine sia al viceministro che al generale. Sempre in qualità di persone informate sui fatti, come l’ultimo che è stato appunto Speciale. Interrogato il 15 giugno, il generale avrebbe confermato agli inquirenti la denuncia fatta all’avvocato generale dello Stato Manuela Romei Pasetti, che lo sentì l’anno scorso in relazione ad un’indagine della procura generale di Milano. Proprio la pubblicazione di quei verbali sul Giornale ha fatto scoppiare il caso, con pesanti ripercussioni politiche.
L’audizione del rappresentante di governo davanti ai pm è ora necessaria per completare la ricostruzione della vicenda e dovrebbe rappresentare l’ultimo atto dell’indagine avviata qualche settimana fa dalla procura di Roma, quando Ferrara decise di aprire un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati.
Visco non ha mai risposto pubblicamente alle accuse di Speciale, malgrado il centrodestra chiedesse ripetutamente che il viceministro riferisse personalmente in Parlamento sull’accaduto. Alla Camera è stato il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa a difenderlo, negando le pressioni senza però spiegare perché era stata fatta la richiesta di trasferimenti che poi non furono effettuati e accusando pesantemente Speciale.
Ai magistrati, però, il viceministro dovrà fornire una ricostruzione dettagliata di quanto è avvenuto esattamente un anno fa e replicare, punto per punto, alle accuse dell’ex comandante della Gdf, confermate da altri generali delle Fiamme Gialle.
Sulla base dei documenti e delle testimonianze rese da tutti i protagonisti della vicenda, gli inquirenti dovranno prendere una decisione definitiva e cioè andare avanti oppure archiviare tutto. In quest’ultimo caso Visco potrebbe tornare presto in possesso della sua delega.

Il 22 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del primo del mese, con il quale il ministro Padoa-Schioppa avoca «temporaneamente» a sé la delega e spiega che Visco ha ritenuto «opportuno» rimetterla per l’esplodere della vicenda. Questo, è sempre stato sottolineato dal governo, per favorire un completo chiarimento dei fatti. E solo finché questo chiarimento non sia avvenuto.

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