Una scia tricolore, bianca, rossa e verde sui cieli di Tripoli ha cancellato le polemiche e alle 18.45 di ieri ha zittito anche buona parte della sinistra chiacchierona che ancora cianciava sul ruolo della nostra pattuglia acrobatica alla festa di Gheddafi. Ebbene, i «caccia» hanno volato per primi nello spazio riservato allaeronautica nella cerimonia dei festeggiamenti, spargendo con italico orgoglio i colori della nostra bandiera sulla capitale libica. È finita così la querelle più inutile degli ultimi giorni sulla quale aveva tentato di scrivere la parola fine lo stesso ambasciatore libico a Roma, Abdulhafed Gaddur, che qualche ora prima del volo aveva precisato: «Abbiamo autorizzato lesibizione delle Frecce e la fumata tricolore. Questo non è mai stato in dubbio, sono molto apprezzate in Libia. In Italia cè gente che ama fare polemiche».
Tuttavia non era bastato, cè chi giurava lopposto e invano si è speso anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa per assicurare che il fumo sarebbe stato tricolore e non solo verde, colore della bandiera libica, altrimenti i nostri velivoli non sarebbero stati fatti decollare. Invece sono decollate le proteste. Massimo Donadi, capo dei deputati Idv e braccio destro di Tonino, ha parlato di «vergogna nazionale»: «LItalia manda le Frecce tricolori, che sono il simbolo del Paese, nella festa del regime che ha esaltato il ruolo dellassassino di Lockerbie. È una cosa inaccettabile, una vergogna nazionale e chiediamo che se ne parli anche in Parlamento».
Il deputato Udc Roberto Rao gli faceva eco: «Un governo serio non lascia ai militari il compito di sbrigare questioni diplomatiche: è una vergogna che la pattuglia acrobatica si sia trovata sola in terra straniera a contrattare le modalità di unesibizione». Intanto il senatore radicale Marco Perduca, eletto nel Pd, ironizzava sul parterre di dittatori alla festa di Gheddafi. Insomma, una bufera che i nostri caccia hanno cancellato in mezzora. Tanto infatti è durato il sorvolo delle Frecce che intorno alle 19.10 hanno toccato terra dopo aver eseguito un «looping» e una manovra «schneider» (virate in formazione) impiegando meno del programma iniziale di venti minuti, «tagliato» per decisione dei piloti di tutte le pattuglie, nel corso di un briefing che aveva considerato leccessiva lunghezza della parata militare.
A esibizione conclusa, mentre Giovanardi parla di «polemiche penose», un soddisfatto La Russa ha commentato: «Tutto si è risolto nel migliore dei modi; il vero successo è che lesibizione si è svolta con il pieno consenso della Libia nel rispetto degli ottimi rapporti di amicizia tra i due Paesi».
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