Le pari opportunità cominciano dalle parole. Lo sa bene Concita De Gregorio, primo direttore donna de lUnità, che qualche mese fa aveva lanciato una crociata linguistica contro il «vizio del giornalismo italiano» di mettere larticolo determinativo «la» davanti al cognome delle donne. «La De Gregorio», «la Meloni», «la Pivano»: sono per la giornalista e scrittrice modi di dire «ingiuriosi», «reificano» nomi femminili, «li spersonalizzano, li mettono al rango di una tazza di tè».
E in nome delle donne il giornale fondato da Antonio Gramsci combatte da tempo una battaglia quotidiana. La difesa della pillola abortiva, il richiamo a un nuovo femminismo, lampio spazio dedicato allorgoglio di genere nei giorni della donna declassata a velina e a strumento del potere. Con un dibattito fatto di interventi autorevoli, come quelli di Nadia Urbinati, Lidia Ravera, Livia Turco, Serena Dandini, e lappello perché le ragazze facciano di nuovo sentire la propria voce. Anche le elezioni in Afghanistan sono state raccontate da lUnità dal punto di vista femminile, mettendo in prima pagina una donna velata come simbolo dei diritti negati.
Sulla stessa linea larticolo di ieri firmato dalla scrittrice Dacia Maraini dal titolo «Alzare la voce contro discriminazioni e misoginia», corredato dalle lettere di due giovani lettrici che rivendicano «La voglia di lottare». Ma è bastato dare unocchiata alla pagina a fianco per cadere dallideale più alto al doppio senso più becero. Il titolo dellarticolo sui ministri che diserteranno la festa nazionale del Pd a causa della battuta, considerata unoffesa a Silvio Berlusconi, sui «festini» recitava: «Niente Festa Pd per i ministri. Carfagna: La sinistra ha perso il pelo...».
La frase del ministro per le Pari opportunità, riportata intera nellarticolo, citava il noto proverbio al completo: «Le parole offensive verso il premier pronunciate in questi giorni dagli organizzatori dimostrano che la sinistra italiana ha perso il pelo ma non il vizio». Quella troncatura e quei tre puntini di sospensione, riferiti a Mara Carfagna, non passano inosservati. O meglio, probabilmente non creano alcun problema a un lettore uomo, ma la suscettibilità femminile ne è inevitabilmente infastidita. Che sia di destra o sia di sinistra. Come succede tutte le volte che partecipando a una cena o camminando per strada parte la solita battuta da osteria.
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