Cassa integrazione, oltre un miliardo di ore

In quindici mesi di crisi economica, dall’ottobre 2008 alla fine del 2009, le ore di cassa integrazione (tra ordinaria e straordinaria) hanno superato la cifra di un miliardo. Nel solo 2009 le ore di cassa integrazione hanno superato del 311% quelle dell’anno precedente, toccando quota 918 milioni. E i lavoratori coinvolti nella cassa sono stati più di un milione.
Le cifre sono state elaborate dall’osservatorio sulla cassa integrazione della Cgil, mentre il Centro studi della Confindustria indica che il tasso dei disoccupati, comprensivo dei cassintegrati, a fine 2009 è salito al 10,1%. Venerdì l’Istat aveva reso noto che il tasso di disoccupazione è salito nel dicembre scorso all’8,5%, il massimo degli ultimi cinque anni. Nell’Eurozona ha invece raggiunto il 10%. Questo significa che l’Italia raggiunge la media europea solo sommando disoccupati e cassintegrati. Tra le regioni italiane dove è stato più ampio il ricorso alla cassa ordinaria si segnalano la Lombardia (+627%), l’Emilia Romagna (+813%), l’Abruzzo, il Piemonte, il Veneto e le Marche.
La cassa integrazione, secondo la Cgil, ha permesso di contenere in parte i riflessi della crisi sull’occupazione, «perciò - osserva il segretario confederale Susanna Camusso - resta essenziale prolungare i massimali della Cig ordinaria, per fermare i licenziamenti». Nell’agenda del governo è prevista, entro marzo, la presentazione di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali. «Bisogna rafforzarli con una riforma strutturale ma senza assistenzialismo», dice la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
Riforma necessaria, visto che lo scenario 2010 appare tutt’altro che favorevole sul fronte del lavoro. La Confindustra parla di una «tendenza ascendente» di disoccupazione: il 28,6% delle imprese si aspetta, per l’anno in corso, una riduzione del numero degli addetti, contro un 9,7% di imprese che invece prevede un incremento dei dipendenti. Una tendenza negativa che si presenta nonostante la percezione generale delle imprese sia di una ripresa, per quanto prudente, dell’economia e dei mercati. In gennaio, secondo il Centro studi di viale dell’Astronomia, la produzione industriale è cresciuta dello 0,9% rispetto a dicembre, una sensibile accelerazione rispetto al +0,2% tra novembre e dicembre. Resta ancora ampio il divario rispetto al periodo precedente alla crisi (-20,8%). I dati di Cgil e Confindustria si limitano al lavoro dipendente. Ma le tendenze negative sull’occupazione non risparmiano il lavoro autonomo, gli artigiani e le piccole attività commerciali. Dal 2007 a fine 2009, secondo la Confesercenti, in 60mila hanno chiuso i battenti del loro esercizio con una perdita complessiva di 120mila posti di lavoro.


Aggiungendo commercio e turismo la cifra delle chiusure sale a 120mila. Andamento analogo anche per quanto riguarda l’artigianato: secondo i dati di Unioncamere, il saldo tra avvio e chiusure di imprese artigiane è risultato negativo per oltre 15mila unità.

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