RomaQuello di Gabriele Sandri è stato un omicidio volontario, giusta la sentenza della Corte dAssise dAppello di Firenze che ha condannato lex agente della Polstrada di Arezzo Luigi Spaccarotella a nove anni e quattro mesi di carcere per la morte del giovane tifoso laziale ucciso in autostrada l11 novembre del 2007. La prima sezione penale della Corte di Cassazione, respingendo il ricorso presentato dai legali del poliziotto così come chiesto dal pg Francesco Iacoviello, ha di fatto reso definitiva la condanna e aperto le porte del carcere per Spaccarotella.
Per i giudici della Suprema Corte, dunque, nel momento in cui impugnò la pistola lagente mise in conto la concreta possibilità di colpire il gruppo di tifosi laziali in macchina dopo una pausa caffè nellarea di servizio di Badia al Pino, vicino Arezzo. Spaccarotella aveva avuto la segnalazione di scontri tra un gruppo di tifosi della Juve e uno della Lazio e quando dalla carreggiata opposta dove si trovava sentì urla e grida e vide unauto allontanarsi dallautogrill, impugnò larma e fece fuoco accettando il rischio di uccidere qualcuno. «Gabbo» è morto così, senza un perché, mentre forse ancora dormiva nella macchina che lo stava portando assieme ad altri quattro amici allo stadio Meazza per assistere alla partita Inter-Lazio. Un omicidio volontario con dolo eventuale, per il codice penale, così come dal principio va sostenendo la famiglia Sandri che ha sempre ritenuto «vergognosa» la sentenza di primo grado, quella che aveva condannato Spaccarotella a sei anni per omicidio colposo. «Quella decisione era sbagliata - commenta a caldo Giorgio Sandri, papà di Gabriele - e la Cassazione lo ha riconosciuto. Si è voluto giustificare lomicidio di un ragazzo di 26 anni parlando di tifosi e calcio, argomenti che non centravano niente. Si doveva parlare da subito di omicidio in autostrada. Perdonare Spaccarotella? Ci posso riflettere, ma lui deve dire tutta la verità». «Se fosse passata la tesi della sentenza di primo grado - osserva Cristiano, fratello di Gabriele - si sarebbe legittimato il Far west».
Spaccarotella non era in aula ieri, ha atteso la sentenza a casa. Non si aspettava la conferma della condanna. Appena saputo ha informato parenti e amici che si sarebbe andato a costituire. «Affronterò la situazione da uomo», ha detto allavvocato Federico Bagattini. Poi, in lacrime, ha pensato ai figli, un bimbo piccolo e una bambina di 12 anni: «Come faranno senza in loro papà?». Per don Antonio Bacci, il prete che celebrò il suo matrimonio, Spaccarotella ha sbagliato ma non voleva uccidere.
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