Roma - Dietrofront della Cassazione sulla liceità della coltivazione domestica di piccole quantità di piante di canapa indiana: per i supremi giudici della IV sezione penale è da perseguire penalmente la coltivazione, sul balcone di casa, anche di una sola piantina di marijuana, indipendentemente dalle sue caratteristiche droganti. Pochi mesi fa, invece, la Suprema Corte aveva consentito la coltivazione domestica di piante di canapa destinate alla vendita per uso ornamentale. Con il il verdetto depositato oggi gli "ermellini" rilevano che è penalmente rilevante la coltivazione "anche di una sola piantina vitale ed idonea a produrre sostanza stupefacente". In sostanza, "la coltivazione di canapa indiana va sanzionata indipendentemente dall’ampiezza del numero di piante contenenti sostanze tossiche". A questa conclusione la Cassazione è arrivata rileggendo le norme sulla droga riviste dopo il referendum e in base a quelle più recenti varate con la Fini-Giovanardi.
Ad avviso di Piazza Cavour (sentenza 871 depositata oggi), il referendum ha reso penalmente lecita solo la detenzione, l’importazione e l’acquisto di sostanze stupefacenti a uso personale "con conseguente impossibilità di estendere tale liceità anche alla coltivazione delle droghe, assolutamente vietata nel territorio dello Stato, senza che possa assumere valore scriminante l’uso personale della sostanza prodotta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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