Il pedone ha sempre ragione. Questa volta a stabilirlo è la Cassazione in una sentenza della terza sezione civile in cui i giudici sottolineano che chi attraversa la strada sulle strisce, anche se di fretta e senza fare attenzione al passaggio delle automobili, non può essere accusato di colpa nel caso in cui venga investito. «L'obbligo di cautela in vista delle strisce», per la Suprema Corte, spetta sempre a chi è al volante. I giudici affrontano la questione esaminando il caso di una signora vittima di un incidente stradale nelle Marche: investita da un'auto guidata da un'altra donna aveva riportato lesioni gravissime. Per la Corte di Appello di Ancona, che si era occupata della questione, la responsabilità non doveva essere attribuita unicamente alla guidatrice, alla quale venne riconosciuto un concorso di colpa pari all'80 per cento. Il restante 20 per cento venne imputato alla vittima, alla quale fu comunque riconosciuto un risarcimento danni di oltre 65mila euro. Una decisione che non accontentò la donna, che fece ricorso, ritenendo di non avere nessuna colpa per quanto accaduto. Ora i giudici le hanno dato ragione, annullando con rinvio la sentenza d'appello.
La mera circostanza che il pedone abbia attraversato la strada sulle strisce pedonali, frettolosamente e senza guardare, per la Cassazione non costituisce da sola presupposto per dare alla persona investita una parte della colpa nell'incidente, fatta eccezione nel caso in cui sia il pedone stesso con una «condotta del tutto straordinaria e imprevedibile» a provocarlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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