Casta record: l’esercito di 607mila auto blu

PRIVILEGI Il numero dei veicoli a disposizione dei vari enti è aumentato del 6 per cento in due anni

Messe una di seguito all’altra, possono incolonnarsi per 2.400 chilometri, praticamente la stessa distanza che separa Roma dalla Lapponia. I politici in auto blu, comunque, per un improrogabile appuntamento di lavoro con Babbo Natale non temono mica il traffico, tanto basta appoggiare la sirena sul tettuccio e superare i limiti di velocità. E anche quelli della decenza.
L’ultimo record degli sprechi targati Italia ovviamente è mondiale. Allacciate le cinture: nella Penisola circolano 607.918 automobili di rappresentanza intestate a Parlamento, Governo, Regioni, Province, Comuni, comunità montane, enti pubblici, Asl, procure, società senza scopo di lucro, aziende miste, partecipate varie. È l’autonomia, bellezza! L’elenco è lungo, eppure non tanto quanto quello delle voci di spesa. In un anno la gestione, la manutenzione e la rottamazione di questo elefantiaco parco auto comporta un esborso per lo Stato pari a 18,2 miliardi di euro all’anno. In media, 30mila euro a vettura compresi costi contrattuali, stipendi ad autisti, pedaggi, riparazione danni e carburante (viste le oscillazioni sul listino del petrolio, almeno 30 euro di benzina al giorno). Tra parentesi, oggi va di moda il leasing «corto» a tre anni. Certo, per cambiare modello più spesso. Intanto le macchine da corsia preferenziale fissa, nel giro di un biennio, sono pure aumentate. Due anni fa, calcola l’Associazione contribuenti italiani, ce n’erano 574.215, il 6 per cento in meno. «E meno male che dopo la famosa legge del 1991 sarebbero state limitate ai soli ministri, sottosegretari e a determinati direttori generali... - osserva Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it -. Invece oggi ci ritroviamo al comando della classifica internazionale, persino davanti agli Stati Uniti che però hanno 50 Stati e 300 milioni di abitanti. E con uno sperpero che vale mezza Finanziaria». Proprio così: il Bel paese stacca tutti e fa mangiare la polvere agli Usa, che possono contare su 75mila vetture di rappresentanza, oppure la Francia, ferma a 64mila. E via gli altri. «Poveracci», davvero, anche perché gli italici amministratori non si accontentano certo di quattro ruote qualsiasi. Nei garage della pubblica amministrazione la lumaca peggiore ha 1.300 di cilindrata. Mentre abbondano i bolidi come le Lancia Thesis 3.2, come quella su cui viaggia il governatore del Lazio Piero Marrazzo, e non mancano le Maserati per le trasferte «disimpegnate». Perciò fanno quasi tenerezza l’associazione che invoca «un freno, anzi l’utilizzo di prestigiose utilitarie a marchio tricolore: magari la Grande Punto».
Stiamo ancora cercando parcheggio.

Già, per sistemare la flotta delle 607mila servirebbe un’area estesa come 1.065 campi di calcio. E per dare una lavata al parabrezza? Ecco pronta una cascata di 11 milioni di metri cubi d’acqua. Altro che chiudere i rubinetti.

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