Catania - Era nell’aria, sono quelle cose che si scrivono dopo ma si sentono prima. L’Inter ha perso la sua terza partita di campionato dopo Samp e Juve, andrà a Londra ancora da capolista ma quanto sta pagando questa Champions sembra davvero esagerato. Josè dice che è una competizione di dettagli. Ieri sera al Massimino è andato in onda il seguente dettaglio: Muntari entra, neppure un minuto scarso e alza il braccio in area, magari è anche sfigato ma il rigore è netto e lui va fuori, lascia l’Inter in dieci e la partita su un piano inclinato che non dice niente di buono ai suoi compagni. Una botta da Inter, di quelle da Inter, che solo l’Inter sa regalare. Eppure il secondo tempo era iniziato bene, Quaresma, all’improvviso, Milito che torna al gol, Eto’o che lancia segnali. Poi un 3-1 che cancella tutto il resto, Raiola che si prende la procura di Balotelli, Moratti che dice di non preoccuparsene, Thiago Motta che ha la febbre e resta in tribuna, Santon che si infila le scarpe e scopre il ginocchio gonfio come un meloncino: ma allora, è guarito o è ormai un lungodegente?
Moratti è meglio lasciarlo stare un attimo, avrebbe tutte le ragioni del mondo per fare una follia. Resterà calmo, o almeno farà finta di rimanerlo, almeno lui deve restare al suo posto mentre tutto sembra muoversi verso direzioni sbagliate. Ma l’Inter non deve cercare fuori i nemici.
Il Catania umile di Mihajlovic ha corso e non ha mai smesso di correre. Martinez dice che ci credevano, erano sotto di un gol, si sono ribellati e ne hanno fatti tre all’Inter. Adesso hanno preso una spinta da paura, peccato sia arrivata tardi.
L’Inter questa mattina è a Milano, c’è il sole, una squadra non si giudica da una sconfitta, ce ne sono ancora 10 di campionato, una semifinale a Firenze, la prossima è pesantissima, ma eventualmente sarà solo un ottavo, non finisce tutto a Stamford Bridge, non facciamone sempre una tragedia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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