Hanno in comune lappartenenza ad unarea linguistica e culturale tra le più fervide dEuropa, il fascino di una femminilità sobria e raffinata, lamore autentico per il palcoscenico e per larte, lattenzione accorta e talvolta dolorosa per i sentimenti importanti. Era dunque pressoché inevitabile che tra Catherine Spaak ed Edith Piaf - celebre musa della canzone doltralpe scomparsa nel 63 - scattasse prima o poi qualcosa di magico e di unico.
«Storie parallele» si intitola la serata/evento che lattrice belga dedica alla chanteuse francese domani sera al teatro Eliseo nellambito della rassegna «Sinfonia per corpi soli - Ritratti di donna fra parole e musica».
Iniziativa che, curata da Antonio Calbi, ha già proposto al pubblico capitolino pregevoli personalità quali Fanny Ardant, Rossella Falk e Mariangela DAbbraccio. Anche in questo caso linvenzione artistica sfiora da vicino la biografia; intercetta precipitati di memoria personale; richiama eventi che affiorano dal mondo interiore dellinterprete. «Ad Edith Piaf - spiega la Spaak - devo la creazione del mio immaginario sentimentale: le sue canzoni mi aprirono gli occhi sul mistero delle attrazioni fatali, la passione, le inquietudini affettive». Ed è proprio alla donna-amante fragile e spesso sfortunata che questa serata intende essenzialmente rendere omaggio. Oltre che per la sua straordinaria voce e per la sua memorabile capacità espressiva, la Piaf resta nei cuori di tutti anche per la vita tormentata che condusse, le scelte estreme che fece, gli uomini che ebbe accanto, che aiutò e che il destino atrocemente le sottrasse. Alludiamo ad Yves Montand (il quale proprio grazie a lei iniziò ad esibirsi nelle più prestigiose sale parigine), a Charles Aznavour (che in lei trovò lispirazione per i suoi maggiori successi), a Marcel Cerdan, grande amore della cantante tragicamente scomparso nel pieno della loro intensa relazione. Per dare corpo a questo viaggio nei sentimenti e nelle illusioni, la Spaak (anche regista) immagina un impianto scenico «essenziale ma fortemente simbolico», dove abbondano i filmati depoca e i frammenti delle canzoni più celebri della Piaf (le musiche dal vivo sono a cura di Matteo Cremolini) e dove si delinea via via il profilo di una grande artista del Novecento, capace di ergersi a simbolo di una fragilità paradossalmente forte e vitale, pur se attraversata da inevitabili declinazioni malinconiche e solitarie.
Ore 20.45. Posto unico: 10 euro. Informazioni: 06/4882114.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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