«Cattolici fermi nei principi ma aperti al dialogo»

Per affrontare «la questione sociale» servono «il dialogo e la mediazione», come aveva insegnato alla fine dell'Ottocento Papa Pecci. Benedetto XVI da Carpineto Romano, paese natale di Leone XIII, celebra i duecento anni della nascita del Papa della Rerum novarum, ne ricorda «la sapienza», cioè la capacità di «trasmettere al popolo di Dio non delle verità astratte» ma «un messaggio che coniuga fede e vita, verità e realtà concreta». E ricorda l'importante contributo di quel «saggio e lungimirante» Pontefice che pur essendo «molto anziano», e ancora «prigioniero» in Vaticano, poté introdurre nel XX secolo una Chiesa ringiovanita, con l'atteggiamento giusto per affrontare le nuove sfide.
Nell'omelia, Ratzinger ha spiegato che «in un'epoca di aspro anticlericalismo e di accese manifestazioni contro il Papa», Leone XIII seppe guidare e sostenere i cattolici «sulla via di una partecipazione costruttiva, ricca di contenuti, ferma sui principi e capace di apertura», citando l'«autentica esplosione di iniziative» sociali dei cattolici scaturite dopo la pubblicazione della Rerum novarum, l'enciclica che chiedeva ai «capitalisti» di rispettare «la dignità» dei lavoratori e di dare loro la «giusta mercede».
Benedetto XVI ha anche ricordato la «spinta di promozione umana apportata dal cristianesimo nel cammino della civiltà», e anche il metodo e lo stile di questo contributo: «All'interno della realtà storica i cristiani, agendo come singoli cittadini, o in forma associata, costituiscono una forza benefica e pacifica di cambiamento profondo, favorendo lo sviluppo delle potenzialità interne alla realtà stessa». Una la forma di presenza e di azione nel mondo «che punta sempre alla maturazione delle coscienze quale condizione di valide e durature trasformazioni».


Rientrato a Castel Gandolfo per l'Angelus con un quarto d'ora di ritardo, Papa Ratzinger si è scusato con i fedeli, e a loro ha parlato del messaggio appena pubblicato per la Giornata mondiale della gioventù, nella quale ha invitato i giovani a essere «radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede», una proposta decisamente contro-corrente: «Chi, infatti, oggi propone ai giovani di essere "radicati" e "saldi"? Piuttosto si esalta l'incertezza, la mobilità, la volubilità... tutti aspetti che riflettono una cultura indecisa riguardo ai valori di fondo».

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