Ieri è accaduto qualche cosa di eccezionale. Che non è l’annuncio dell’ennesimo processo a Berlusconi. Si tratta invece del via libera al primo processo che si celebra in Italia in assenza di vittime o parti offese. E per di più, paradosso nel paradosso, con rito immediato, prassi prevista dal codice per reati particolarmente gravi e con imputati incastrati da prove schiaccianti.
Ora, è evidente a tutti che negando la giovane Ruby di avere avuto rapporti sessuali con il premier, non ci può essere certezza del reato di sfruttamento di prostituzione minorile. Ed è ovvio che negando i tre dirigentidella Questura di Milano di essere stati forzati da Berlusconi ( nella telefonata su Ruby), non c’è neanche la prova certa della presunta concussione. In tutto, secondo i magistrati, sarebbero cinque le parti lese. A Ruby e aitre funzionari si aggiungerebbe anche il ministero dell’Interno.
Ma anche per quest’ultimo caso la presunta vittima, per voce di Maroni, ha negato di essere tale. Anzi, in Parlamento, il ministro ha giurato di avere accertato che quella notte a Milano tuttosi svolse secondo leggi e regole.
No vittime, no reati.
Eppure tutto il mondo parla e parlerà di questo processo. Ed è probabilmente questa la vera condanna che la Boccassini voleva infliggere a Berlusconi. E c’è riuscita grazie a una casta,la sua,che stupidamente da vent’anni la politica si rifiuta, per paura, di riformare. Proviamo a ricostruire l’ultimo anno. I magistrati, con la complicità dell’opposizione e l’aiuto del Quirinale, cercano di togliere a Berlusconi il piccolo scudo di cui godeva. Siccome da soli non ce la fanno, arruolano Fini,al quale lasciano intravvedere l’ipotesi di succedere al Cavaliere alla guida del Paese. L’allocco ci casca e si presta a fare cadere il premier in Parlamento con il voto di sfiducia del 14 dicembre. Sembrava fatta, ma tale Scilipoti, deputato Idv, rovina la festa.
L’utile idiota (Fini)viene scaricato e nel giro di tre giorni i magistrati fanno partire due siluri di riserva: il primo toglie di fatto lo scudo, il secondo scatena l’inferno Ruby.
Ed eccoci all’oggi. Diritto e leggi vengono calpestati in un blitz mediatico- giudiziario, perché, come urlano le donne in piazza, «se non ora quando?». Già, per loro il tempo stringe. A Berlusconi non va dato modo di riorganizzare la maggioranza orfana dei finiani, perché altrimenti quello governa per altri anni. Va ucciso, a ogni costo. Ora, subito, con ogni mezzo. Ce la faranno? I sondaggi dicono che la vicenda non ha scalfito la fiducia degli elettori nel centrodestra. In Parlamento la maggioranza continua a crescere e ieri ha superato la quota di sicurezza 320.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.