Cda degli Atenei Palazzo Marino ci vuole mettere il becco

Spoil system atto secondo. Non dev’essere bastato alla giunta aver dato il benservito a trentuno dirigenti di Palazzo Marino, aver smantellato il consiglio di amministrazione di Milano Ristorazione, di Atm e presto di Milano Sport.
Ora sindaco e compagni pensano di espandersi anche in settori non strettamente di competenza del Comune, nonostante siano ancora molte le partecipate e controllate che dovranno passare sotto il vaglio dell’amministrazione. L’ attenzione di Palazzo Marino, infatti, sta già pensando di focalizzarsi anche in un settore strategico come quello della cultura, o meglio dell’istruzione. Così ieri l’assessore all’Università di Palazzo Marino Cristina Tajani ha iniziato a preparare il terreno. Far sì che il Comune abbia la possibilità di indicare i propri candidati anche per i consigli di amministrazione delle università milanesi.
La motivazione? «Il Comune deve essere un facilitatore delle relazioni tra gli atenei e il territorio, non il finanziatore di singoli e specifici progetti, compito istituzionale del Miur, come è stato in passato». La premessa. «Per questo - la conseguenza - proporrò ai rettori che il Comune possa esprimere delle candidature autorevoli e qualificate per i cda degli atenei che in primavera verranno rinnovati con le nuove regole previste dalla riforma Gelmini».
Forse sindaco e assessori di Palazzo Marino non si ritengono ancora soddisfatti.

E si accingono ad allargare il loro raggio di azione. Con posti di prestigio, ovviamente. Come quelli negli atenei. Perché la presa del potere, insegnava un comunista doc come Antonio Gramsci, è proprio dalle scuole e dalla cultura che deve partire.

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