La Cdl: sinistra coi Pm solo se le conviene

da Roma

In attesa del deposito in Parlamento degli atti ufficiali sul caso «Unipol» (le due ordinanze del gip Clementina Forleo), la polemica continua a scuotere i banchi del centrodestra e del centrosinistra. Da Firenze ad alzare la voce è il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, per cui «nella sinistra c’è presunzione e arroganza». Se la prende con D’Alema reo «dopo che i contorni della “merchant bank” della sinistra emergono sempre più nitidamente e in modo da provocare nausea e disillusione nelle file dei suoi stessi elettori» di dare prova «ancora una volta di pacatezza e di equilibrio» sostenendo «che il Polo non avrebbe titolo a parlare». Una critica seguita dalle affermazioni di Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore azzurro, che riassume sostanzialmente la posizione sin qui tenuta all’interno di Forza Italia. Cioè «sì» al confronto con i magistrati (volontà ribadita anche dal forzista Salvatore Cicu chiamato in causa nelle ordinanze) rimanendo però fermi su una posizione fortemente garantista. Atteggiamento, ricorda Cicchitto, che il centrodestra ha tenuto «in ogni circostanza» da Tangentopoli ad oggi e che al contrario non troverebbe riscontro nelle file della maggioranza in «clamorosa contraddizione». In particolare si rivolge «ai dirigenti Ds che cavalcarono la tigre e furono allora giustizialisti e che diventano garantisti oggi perché sono in ballo i loro leader». In difesa di Clementina Forleo accorre il senatore Alfredo Mantovano (An), che chiede all’organo di autogoverno dei magistrati di censurare «Clemente Mastella, ministro della Giustizia ignorante». Mentre ricorda di non aver sentito «una parola di un solo componente del Csm, a cominciare dal vicepresidente Nicola Mancino, di fronte all’intimidazione a mezzo stampa del ministro della Giustizia nei confronti del Gip». Sempre da Alleanza nazionale Altero Mattoli chiede a Romano Prodi di schierarsi sul caso «di fronte alle posizioni inconciliabili di due ministri (Mastella e Di Pietro ndr)» e dire con «chi concorda», mentre Maurizio Gasparri, definendo «vergognosa la difesa automatica del governo dei capi Ds», invita D’Alema e Fassino «a scendere dall’Ikarus» (la barca del ministro degli Esteri) e «accettare la sfida». Carlo Giovanardi (Udc), presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere (che si riunirà mercoledì), invita a non usare nel caso «due pesi e due misure». E ricordando che la Procura di Milano viene «beatificata o attaccata a seconda delle convenienze», esprime sconcerto per il fatto «che gli unici organi preposti» a ricevere le richieste di autorizzazione siano rimasti «gli unici a non conoscerle».

Intanto il presidente emerito, Francesco Cossiga, si augura «che per motivi di giustizia la richiesta della Forleo non sia accolta». Perché, chiosa, «quando c’è da scegliere tra i giudici che hanno ragione e i politici che hanno torto, io salvo i politici».

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