da Roma
Come anticipato già ieri dal Giornale cè un nome nuovo per la successione a monsignor Giuseppe Betori, il segretario della Cei promosso arcivescovo di Firenze. Per il delicato incarico di numero due della Conferenza episcopale sembra ormai emergere sugli altri candidati il vescovo di Noto, Mariano Crociata. Ieri il Consiglio permanente, il «parlamentino» della Cei, ha preso in esame alcune candidature da sottoporre al Papa, a cui spetta la decisione finale. È importante sottolineare, però, che un peso non indifferente avrà sulla nomina il parere del cardinale Bagnasco, alla guida dei vescovi italiani da un anno e mezzo. In questi mesi il presidente della Cei ha svolto molte consultazioni: alla fine del percorso sembra orientarsi verso un «uomo nuovo», mai prima comparso nelle rose dei candidati. Il suo nome, gradito anche allentourage del cardinale Ruini, sarà inserito nella terna che verrà presentata a Benedetto XVI, insieme a quelli del vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, e a quello del vescovo di Albano, Marcello Semeraro. Meno chances sembrano avere altri due altri vescovi, entrambi provenienti dagli uffici Cei: Domenico Mogavero (Mazara del Vallo) e Claudio Giuliodori (Macerata).
Se la scelta ricadrà su monsignor Crociata - come appare ormai probabile, salvo sorprese dellultima ora - significherà che nellidentikit del prelato chiamato a sostituire Betori hanno pesato lessere vescovo di freschissima nomina e lessere a capo di una diocesi meridionale, oltre che lessere estraneo alle strutture della Cei.
Crociata è nato a Castelvetrano (Trapani) nel 1953, è stato alunno a Roma del Collegio Capranica e ha frequentato i corsi di filosofia e di teologia alla Gregoriana in Roma. È diventato prete nel 1979, è stato parroco e assistente diocesano dellAzione cattolica. Ha insegnato teologia fondamentale alla facoltà teologica di Sicilia. Allievo del vescovo di Monreale, Cataldo Naro, prematuramente scomparso nel settembre 2006, Crociata è stato nominato vescovo di Noto lanno scorso.
«Bisogna credere nella forza racchiusa nella solidarietà dei deboli, degli sconfitti, dei piccoli aveva detto lo scorso luglio, parlando dellimmigrazione, il candidato in pectore alla segreteria Cei -, penso alle masse sterminate e senza voce dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo o vi cercano sbocco, di cui noi abbiamo modo di vedere, in televisione se non di persona sulle nostre coste, i volti emaciati e induriti dalla fatica e dalla sofferenza.
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