Cellulari, via il balzello sulle ricariche

Scatta la nuova norma che cancella il balzello sulle ricariche dei cellulari. Fruttava alle compagnie 1,8 miliardi di euro l'anno. In allerta le associazioni dei consumatori: si teme che qualche gestore possa ritoccare i piani tariffari. C'è anche un'altra novità: il credito residuo non scadrà più dopo un anno dall'ultima ricarica effettuata. L'Authority chiede chiarimenti a Wind e Vodafone

Cellulari, via il balzello 
sulle ricariche
Milano - Costi per le ricariche del telefonino eliminati: scatta la nuova norma del pacchetto liberalizzazioni di Bersani che cancella il balzello sulle ricariche dei cellulari. Secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori fruttava alle compagnie telefoniche circa 1,8 miliardi di euro l'anno. Ma proprio le organizzazione di difesa dei consumatori sono in allerta: temono che qualche gestore sia tentato di eludere od aggirare le prescrizioni della norma intervento su cavilli o piani tariffari. Il Codacons punta il dito soprattutto su Wind, che potrebbe in alcuni casi continuare a far pagare i costi di ricarica. "Qualsiasi costo di ricarica applicato agli utenti della telefonia mobile sarà considerato illegale e, come tale, denunciato dinanzi le competenti autorità" avverte il Codacons rivolto alle compagnie telefoniche che "in base alle prime indiscrezioni, vorrebbero continuare a far pagare ai vecchi clienti il balzello cancellato dal Ministro Bersani" e cita appunto Wind. Il Codacons, spiega il presidente Carlo Rienzi, chiede all'Autorità per le comunicazioni "di verificare i nuovi piani tariffari degli operatori telefonici per accertare se al loro interno si celino aumenti a discapito degli utenti. Le compagnie che decideranno di fare le furbe, scaricando sui consumatori i minori introiti derivanti dal taglio ai costi di ricarica, o quelle che continueranno a imporre tale balzello, dovranno essere pesantemente sanzionate".

Ma da Wind replicano che le ricariche da 50 euro in su erano già gratuite e continueranno ad esserlo, mentre chi vuole ricaricare per importi minori deve passare ai nuovi piani tariffari che rispettano le indicazioni del decreto Bersani. "3" ha giocato d'anticipo e ha abolito i costi di ricarica già da ieri. Oggi è stata la volta di Vodafone, mentre Tim li eliminerà domani. Le associazioni dei consumatori hanno da subito messo in guardia rispetto alla possibilità che tutte le compagnie telefoniche possano rifarsi dei mancati introiti da ricarica rialzando le tariffe attraverso i nuovi piani tariffari meno convenienti. Adusbef e Federconsumatori hanno insistito sul tema della trasparenza tariffaria ricordano che l'Agcom, l'Autorità di Garanzia per le comunicazioni, ha predisposto una delibera, con cui "obbliga gli operatori a mettere a disposizione dei clienti informazioni sul costo reale delle telefonate, dopo un minuto, 3 minuti e 15 minuti, in base all'offerta commerciale sottoscritta". L'utente, quindi, deve essere informato sul costo finale comprensivo di Iva, canone, scatto alla risposta, e anche relativo ai servizi di messaggistica (sms e mms), alla telefonia fissa e a internet.

Ma non c'è solo la cancellazione dei costi di ricarica tra le novità. Da oggi il credito residuo non scadrà più. A stabilirlo - come spiegano i tecnici del ministero dello Sviluppo economico - è l'articolo 1 del decreto Bersani sulle liberalizzazioni, in vigore da oggi, lo stesso che cancella i costi aggiuntivi di ricarica. Il testo, infatti, vieta "la previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico acquistato". Finora, invece, le compagnie telefoniche fissavano un termine di 12 mesi. Se entro un anno non si era esaurito il credito accumulato in ricarica, lo si perdeva. A favore dei gestori, che tornavano in possesso della cifra non spesa. Una situazione che penalizzava soprattutto gli utenti che fanno un uso molto contenuto del cellulare, come molti anziani.

Ma anche semplicemente chi dimenticasse di utilizzare una ricarica. Le associazioni dei consumatori avevano in più occasioni chiesto interventi su questo fronte. Secondo le stime dell'Adusbef, il valore complessivo del credito residuo accumulato ammonta a circa 140 milioni l'anno.

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