Il «censurato» Luttazzi si scopre censore sul blog

L’ex conduttore di Satyricon oscura l’intervento di due giornalisti su Internet e pretende scuse ufficiali

Felice Manti

da Milano

Anche i sedicenti censurati censurano. Daniele Luttazzi è finito nel mirino dei navigatori di internet per aver cancellato l’opinione di alcuni visitatori del suo blog, una sorta di diario telematico. La vicenda è stata rivelata dal giornalista della Stampa Mattia Feltri, che ha raccontato come la versione di Luttazzi sul cosiddetto Cia-gate e sul falso dossier sullo scambio di uranio tra Irak e Niger sia stata sbugiardata. Due tra i bloggers più conosciuti, i giornalisti Luca Sofri e Christian Rocca, hanno contestato, punto per punto, la sua ricostruzione dei fatti.
L’ex conduttore di Satyricon non l’ha evidentemente digerita e ha deciso di attaccare i suoi «colleghi»: «Io sono un giornalista», è stata la difesa. Una reazione che non è piaciuta a molti dei visitatori. Il più feroce ha scritto: «Ma che bella risposta che hai dato. Rocca e Sofri hanno parlato per mesi del caso (...), tu hai confezionato il riassuntino come meglio credevi sapendo che un branco di pecore alla ricerca del Messia antiBush l’avresti trovato (...), la delegittimazione dell’avversario è la tua unica arma, visto che nelle tue risposte di contenuti non ce ne sono».
Proprio queste frasi sono magicamente scomparse, insieme ad altri commenti poco favorevoli. Luttazzi si è dunque armato di «bianchetto» elettronico e ha cancellato l’intervento perché, è la sua motivazione, conteneva un riferimento al sito del Partito repubblicano americano. Non contento, ha anche impedito all’utente l’accesso futuro al suo sito internet. Altri visitatori lamentano di essere stati censurati, in gergo «bannati». Censurati dal presunto censurato.
Altro che Cia-gate, il caso si gonfia in rete e diventa Luttazzi-gate. Luca Sofri se ne accorge e denuncia: «Vedo che Daniele Luttazzi ha ritenuto di eliminare molti dei commenti alla sua ricostruzione della storia Plame-Rove-Miller. Non mi è chiaro il motivo, ma avrà avuto le sue buone ragioni».
L’accusa di censore suona stonata alle orecchie di Luttazzi, che si difende parlando di «regole del blog» che non permettono messaggi che violano la legge o che fanno propaganda elettorale. Un rimedio peggiore del male, stando ai navigatori «cancellati», in gergo «bannati». Che su altri blog spiegano di non aver contravvenuto alle regole e di non aver ricevuto spiegazione. E quel riferimento al partito repubblicano Usa, racconta uno dei diretti interessati, era un semplice indirizzo di posta elettronica. Poca roba, insomma. E poi, sottolineano, adesso sul sito di Luttazzi campeggiano solo commenti favorevoli al comico. Ma non basta. Uno degli «epurati» viene definito «così giovane e già così complice dei crimini di Bush». Poi la richiesta: «Devono a tutti voi (e a me) delle scuse. Inutile aspettarsele, non arriveranno». Altro che scuse.

La campagna di denuncia della censura è già partita. Su internet da giorni ne impazzano alcune, la più «cliccata» è quella intitolata «Fatti bannare dal bannato». Un modo per censurare la censura del presunto censurato.

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