La Centrale del latte deve tornare ai produttori

La Centrale del latte deve tornare ai produttori

Centinaia di produttori hanno cinto d’assedio ieri mattina la Centrale del latte in via Fondi di Monastero, nei pressi dell’uscita 12 del raccordo anulare. La manifestazione, promossa da Coldiretti, è iniziata alle 2 della notte tra lunedì e ieri per protestare contro il prezzo alla produzione del latte (35 centesimi al litro), considerato troppo basso rispetto al costo finale del latte (1,50 euro al consumatore). I produttori, che hanno simbolicamente parcheggiato dei trattori di fronte alla Centrale, hanno assicurato che la manifestazione non si tradurrà in sciopero. Secondo gli allevatori, il prezzo del latte alla produzione è «troppo basso per garantire la sopravvivenza» di realtà come la Centrale del latte.
«Bisogna considerare - ha detto il presidente di Coldiretti Lazio, Massimo Gargano - che se il latte fosse acquistato a 42 centesimi al litro dai produttori, sarebbe appena sufficiente a coprire i costi di produzione». Contro una filiera produttiva che «gonfia il prezzo del latte in fase di distribuzione, tanto da farlo arrivare a 1,50 euro al litro contro i 35 centesimi della vendita al produttore», la Coldiretti minaccia di «far vendere direttamente il latte ai produttori, in modo tale da eliminare la filiera distributiva e abbattere il costo finale del latte».
La vendita diretta già avviene in alcuni Farmer market della capitale, ma Coldiretti ha intenzione di intensificare questa attività. Gli allevatori, ieri mattina, hanno manifestato anche per chiedere «più trasparenza» sulla certificazione della provenienza del latte, perché «dei 9,5 milioni di litri di latte lavorati nel Lazio - ha detto Gargano - circa 5 vengono dall’estero». In questo senso, «occorre estendere le etichette del consumo per conoscere ciò che beviamo».
«La difficoltà degli allevatori - ha confermato l’assessore regionale all’Agricoltura Francesco Battistoni - è un problema che va affrontato sedendosi attorno a un tavolo e trovando un’intesa tra tutti gli attori della filiera». Battistoni ieri mattina è intervenuto alla manifestazione indetta dalla Coldiretti, dopo aver partecipato a una serie di incontri con gli allevatori e le rappresentanze di categoria. «Il marchio della centrale del latte è simbolo di garanzia per i consumatori del Lazio e tale deve rimanere, incentivando la sua produzione con latte direttamente acquistato dai produttori del territorio, i soli a poter garantire un prodotto fresco e di qualità. Per mantenere questi standard di eccellenza - ha spiegato Battistoni - gli allevatori necessitano di una retribuzione equa. Solo così potranno sostenere i costi di produzione e mantenere inalterata la qualità del proprio prodotto». «Mi auguro - ha concluso l’assessore - che la trattativa sul prezzo del latte si possa riaprire al fine di garantire a tutti - produttori, trasformatori e consumatori - un futuro certo al comparto».
«Dobbiamo fare in modo che la proprietà della Centrale del latte sia consegnata ai produttori e agli allevatori e non alle multinazionali», ha detto, dal canto suo, il sindaco Gianni Alemanno intervenendo alla manifestazione. Il sindaco ha annunciato anche la disponibilità ad «aprire un tavolo con la Coldiretti e le associazioni allevatoriali per studiare il futuro della Centrale» e ha sottolineato che «il Comune di Roma, in passato ha sbagliato a privatizzare la Centrale del latte». «Tant’è che la sentenza del Consiglio del Stato ha revocato questa privatizzazione e la proprietà della Centrale torna al Comune».

Il sindaco considera «negativo l’esito che ha avuto la privatizzazione» perchè ha fatto diventare la Centrale «un pacco postale che è passato da multinazionale a multinazionale». Ora che la proprietà torna al Comune di Roma, «abbiamo una grande opportunità per riconsegnare la Centrale ai produttori e il Comune farà di tutto per favorire quest’esito».

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