Alla fine lhanno spuntata gli stadi climatizzati dello sceicco Khalifa Al Thani, preferiti dalla Fifa alle proiezione degli ologrammi dei giocatori proposte dal Giappone. La nazione del petrolio, grande quanto la Basilicata, esulta per quello che sarà un evento storico. La macchina organizzativa si era messa in moto con largo anticipo, quasi avesse il sentore che il torneo iridato potesse essere ospitato tra le dune del deserto. Il Qatar dalle illimitate potenzialità economiche non parte infatti da zero. Quattro stadi sono già pronti, e ospiteranno la Coppa dAsia in programma a gennaio, altrettanti verranno edificati nei prossimi anni. Mancano invece le città. Se si esclude la capitale Doha con i suoi 340mila abitanti, gli altri sono praticamente dei minuscoli villaggi. Ma la fertile fantasia dello sceicco è andata oltre ogni ostacolo. Stanno nascendo dal nulla città nuove di zecca: la prima, Lusail, a circa 30 chilometri da Doha, è in stile Las Vegas. Qui nascerà uno stadio da 86mila posti. Lenergia pulita del sole sarà, dopo le partite, lattrazione principale della manifestazione: una serie di pannelli disposti sulla struttura contribuirà ad alimentare le batterie della stadio, fornendo energia agli impianti di illuminazione e condizionamento dellaria.
Il clima torrido, e i 45 gradi allombra, poteva penalizzare la candidatura, ma lidea di costruire impianti di ventilazione, che è piaciuta a Blatter, è una delle tante primizie di quello che sarà per certi versi un torneo eccentrico. Un campionato che si giocherà praticamente al chiuso, con uno dei quattro nuovi impianti, a forma di computer portatile, realizzato sotto terra. In queste catacombe pagane da terzo millennio scenderà in campo la nazionale qatariota che, per loccasione, presenterà un nutrito gruppo di calciatori naturalizzati.
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