Il centrodestra ha disboscato la selva legislativa

Il centrodestra ha disboscato la selva legislativa

Paolo Armaroli

Anche quest'anno la Camera dei deputati ha pubblicato un Rapporto sullo stato della legislazione quanto mai istruttivo. Spazia dalla legislazione regionale alla giurisprudenza della Consulta in materia di rapporti tra Stato e Regioni, dalla legislazione statale alla normativa dell'Unione Europea. Dulcis in fundo, ci offre una panoramica sull'attività legislativa in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. La matematica, si sa, non è un'opinione. E tra i meriti di questo Rapporto, pieno zeppo di cifre, c'è quello di sfatare molti luoghi comuni. Vere e proprie favole metropolitane alimentate dalla polemica politica quotidiana. Ciò vale soprattutto per il raffronto tra centrosinistra e centrodestra, ossia le due coalizioni rispettivamente in maggioranza nella passata e in questa legislatura.
Il primo dato interessante è la leggera diminuzione della produzione normativa di rango primario. Difatti la media mensile delle leggi ordinarie scende da 14,93 a 10,94. A ben vedere, però, non si tratta di un dato negativo per la Casa delle libertà. Anzi, è vero il contrario. Tra i tic del centrosinistra, ereditati dai comunisti, c'è quello di considerare i propri concittadini come dei bambini sprovveduti che vanno guidati dalla nascita fino alla conclusione della loro vita. Proprio il contrario di quanto ha sempre pensato il centrodestra, consapevole del fatto che le troppe leggi non fanno altro che limitare la libertà dei cittadini perché rendono sempre più strette le maglie del reticolato che li avvolge.
Consapevole di tutto ciò, la Casa delle libertà non solo ha finora prodotto 525 leggi ordinarie rispetto alle 906 della legislatura precedente, ma ha fatto di più. È in dirittura d'arrivo la legge di semplificazione che ha un articolo davvero salvifico. Esso delega il governo a individuare le disposizioni legislative statali, pubblicate anteriormente al 1° gennaio 1970, delle quali si ritiene indispensabile la permanenza in vigore. Con il risultato che decorso il termine per l'esercizio della delega, sono abrogate tutte le disposizioni legislative statali pubblicate anteriormente al 1970, con limitate eccezioni. Questa norma «taglialeggi» diraderà quella dantesca selva fitta e oscura che è la disperazione di noi comuni mortali e che dà l'opportunità alla magistratura di creare diritto grazie all'interpretazione.
È poi del tutto infondata la tesi volta a contrapporre le leggi generali e astratte del centrosinistra a quelle per così dire formato tessera del centrodestra. Perché rispetto al totale della legislazione le leggi provvedimento passano dal 67,3 al 54,9 per cento, e la legislazione istituzionale dal 7,3 al 18,8 per cento. Perciò è vero il contrario. E che dire degli strepiti dell'opposizione per i presunti scippi del governo nei confronti del Parlamento? Lacrime di coccodrillo e nulla più. Infatti la media mensile dei decreti legislativi scende da una legislatura all'altra da 6,23 a 4,31. Ciò significa che l'attuale governo ha preteso assai meno deleghe dal Parlamento per regolamentare un determinato settore. Né si può dimenticare che i governi di centrosinistra erano così ingordi da pretendere deleghe più o meno in bianco in tale numero da non riuscire a sfornare tutti i decreti legislativi previsti. Crescono invece di poco i decreti legge, in quanto la loro media mensile passa da 3,36 a 3,75. Ma ciò non è altro che la conseguenza dei tempi eccezionali che viviamo, stretti tra terrorismo e crisi economica mondiale.
Ciò nonostante, il centrosinistra continua ad alzare la voce. I numeri, questi numeri, gli danno torto marcio? Tanto peggio per i numeri.


paoloarmaroli@tin.it

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