Il centrosinistra tracolla: la crisi ora è d’identità

The day after, la botta fa ancora più male. Confessione on line della sinistra. Monza non è più «robba» loro. E con la capitale della Brianza scompaiono dalle agende del Botteghino anche i numeri dei cellulari degli ex sindaci di Legnano, Rho, Melegnano, Pieve e Buccinasco.
Tracollo che va dal 7,7 per cento in meno a Legnano - rispetto alle amministrative di cinque anni fa - al 32,4 in meno a Melegnano, passando attraverso il 22,1 perso a Lissone, il 17,6 a Magenta e il 15,8 che, in quel di Rho, non era stato messo in conto dalla diessina Paola Pessina. Compagna che «paga» pure il campo rom da lei costruito dietro suggerimento di Filippo Penati. Consiglio sbagliato, quello dell’inquilino di via Vivaio, frutto di una posizione assai poco lineare e chiara sull’affaire immigrazione. Ma il voto amministrativo del 27 e 28 maggio testimonia anche l’esaurimeno di quell’effetto-Penati vagheggiato a sinistra e che era destinato a incidere sull’incognita del Partito democratico. La prova del nove è firmata dal segretario provinciale ds Franco Mirabelli che, senza giri di parole, preannuncia per Penati non un futuro da leader, da capo della futura classe dirigente del Pd: «Il capo dovrà essere un uomo nuovo. Punterò su donne e giovani». Nota di chi evita con attenzione di mettere pepe nella discussione sul Pd nascente che non allarga il consenso ma lo restringe. E, nonostante il crollo, Mirabelli salta pure ogni autocritica sull’incapacità della sinistra di ascoltare la gente: l’unica sua idea è fare del Pd in salsa milanese una vie en rose «con metà donne, un’età media sotto i 40 anni e la presenza di rappresentanti delle professioni e dell’impresa».
Ma Mirabelli, come tutti gli altri dirigenti della Quercia ambrosiana, ha in saccoccia quel foglietto con la differenza voti dell’Ulivo 2007 e 2002: «Buccinasco -4,7; San Donato -4,2; Pieve -3,3; Monza -5,8...». E non si consola certo osservando la discesa di consensi per Rifondazione, «Abbiategrasso -5,2; Legnano -5,2; Meda -4,7, Pieve -4,4». Sonora bocciatura che, chiosa il deputato dell’Ulivo Emanuele Fiano, potrebbe precedere il rompete le righe, «meglio andare tutti a casa».

Soluzione di una sinistra che, ancora sotto choc, non sa più dove sbattere la testa. E, allora, sceglie la politica dello struzzo, come quella di Penati che se ne sta in Kazakistan. Viaggetto che precede l’uscita di scena nel 2009.

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