Franco Crosiglia
Una fila interminabile di macchine. Così si presentava venerdì sera la strada che sale alla Gaiazza, frazione del comune di Ceranesi. C'era quasi tutto il paese in coda verso la palestra della locale scuola elementare per ascoltare dalla viva voce del sindaco, Omar Calorio, le ragioni di una crisi politica che dura da settimane e sembra destinata a richiamare i cittadini alle urne la prossima primavera.
Faida interna alle forze del centrosinistra (Margherita e Ds) che governano il municipio, incompatibilità personale tra sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza, o ben più sostanziali contrasti su questioni che devono rimanere segrete? Sono i dubbi che animano le centinaia di persone all'esterno dell'edificio in cui si celebrerà l'incontro. Certo è che le motivazioni date dagli interessati non soddisfano la comunità locale che si raccoglie in piccoli gruppi, si scambia idee, ipotesi. Ragioni caratteriali, è la versione ufficiale della fronda interna di 3 assessori e 6 consiglieri di maggioranza che ha abbandonato il primo cittadino accusandolo di «protagonismo e prepotenza». Una versione che fa a pugni con le mezze frasi, le allusioni buttate lì da più parti lontano dalle sedi istituzionali. Nulla di esplicito. Ma la litania è sempre la stessa: se solo potessi parlare (ma qualcuno venerdì lo dice chiaramente: «è vero che i partiti ti vogliono silurare perché hai scoperto delle mangiatoie nella passata amministrazione?», chiede una donna direttamente al sindaco). Non manca anche chi indica l'ex vice sindaco (e precedente sindaco per due mandati consecutivi) Franco Moisello come il deus ex machina della crisi che ha mobilitato tutto il paese. «Dopo due mandati Moisello (che è stato il primo a dimettersi trascinandosi dietro gli altri compagni di maggioranza, ndr) voleva fare il sindaco per altri 5 anni», accusa l'assessore Giuseppe Noli, uno dei pochi rimasti fedeli al primo cittadino.
Un conflitto alimentato anche da volantini anonimi che accusano Calorio di varie scorrettezze istituzionali tra cui aver assunto una segretaria personale, aver ostacolato la realizzazione di una palestra, aver rotto una convenzione con la comunità montana per realizzare un corpo di vigili da destinare al santuario di N.S. della Guardia, voler creare un unico polo scolastico chiudendo le scuole delle frazioni, aver ridotto il servizio di scuolabus. Accuse alle quali i sostenitori di Calorio hanno risposto con una raccolta di firme («a mia insaputa», giura il sindaco) a favore del primo cittadino. Ben 900 firme in un paese di meno di 3000 elettori.
Calorio - che è anche segretario provinciale della Margherita - venerdì ha ribattuto punto su punto alle accuse contenute nel volantino. Dal progetto della palestra a quello di un polo scolastico «che è solo un'ipotesi ma farebbe risparmiare al Comune 160 mila euro di scuolabus all'anno». Alla fine l'incontro si è trasformato in una vera e propria ovazione per il sindaco. «Si dice che sei un dittatore e che con te non si può parlare, io invece - urla dalla folla una ragazza, Roberta - ti ho sempre parlato, ti ho esposto i problemi e li hai saputi risolvere». «Anche a me - si inserisce Massimiliano - è capitato. Ti ho chiesto di intervenire e lo hai fatto». Segue una lista di cose, dalla lampadina rotta alla fogna che emana miasmi. È lungo l'elenco di occasioni in cui Calorio è intervenuto su richiesta.
Ci prova Cichelli a rompere il clima di ovazione. «Sento parlare di irregolarità contabili, di ruberie. Si dice che la giunta di Moisello si è spartita l'avanzo di bilancio. Tutte maldicenze. Se qualcuno sa qualcosa deve andare alla magistratura», va all'attacco Cichelli che in merito ai rapporti con Calorio spiega: «Avevo diverse deleghe dal sindaco ma non sono mai riuscito a fare niente perché Calorio voleva fare tutto da solo. È un accentratore». Ma non riceve altro che dei «vattene!» e «lascia perdere!» dal pubblico.
Infine la domanda tanto attesa: «Anche se noi siamo con te, come farai, Omar, a governare senza una maggioranza?». La risposta viene rinviata a lunedì, all'incontro tra Ds e Margherita che deciderà i nuovi equilibri politici del paese. Questa volta a porte chiuse.
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