Cernobbio - "Quando le banche dicono che non servono dicono una cosa contro l'interesse del paese". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel corso di una conferenza stampa a Cernobbio, commentando il possibile rifiuto da parte delle banche italiane dei Tremonti bond. Tremonti ha sottolineato che gli strumenti non sono costosi, perché sono strumenti di capitale, e che "non sono fatti per le banche ma per le imprese". I cosiddetti Tremonti-bond "sono stati chiesti dalle banche, sono stati disegnati in Europa, come meccanismo e come tassi di interesse, è strano - continua il ministro - che uno strumento che è stato chiesto dalle banche ora le banche dicono che non gli serve". Sottoscrivendo i Tremonti-bond "le banche non fanno un beneficio al governo, fanno un maleficio alle imprese (dicendo di no, ndr)".
Deducibilità solo con la moratoria Prima che il governo conceda alle banche la deducibilità delle perdite su crediti bisognerà avere "l'evidenza empirica" che l'avviso comune sulla moratoria dei crediti delle Pmi "ha dato alle imprese un anno di tregua, un anno sabbatico. Se c'é, modifichiamo il regime di deducibilità dei crediti".
L'affondo sui prestiti "La tendenza delle banche è a fare 'credit trade', cioè prendere soldi a zero e impiegarli. Sono capaci anche i bambini a fare le trimestrali cosi''. Cosi' il ministro, ha criticato il fatto che le banche abbiano fatto ricorso alla liquidità messa a disposizione, a tassi bassissimi, dalle banche centrali mentre ora si mostrano titubanti verso l'emissione dei Tremonti-bond. Tremonti ha ricordato che in Europa ammonta a 3,5 trilioni di euro la quantità di liquidità che "la Bce e le banche centrali hanno servito alle banche".
"Servono banche del territorio" La struttura del sistema economico italiano rende indispensabile la presenza di "banche del territorio e la crisi l'ha reso evidente" ha poi aggiunto parlando di come dovrebbero essere strutturate le banche italiane per poter servire adeguatamente la nostra economia. "Il problema - ha spiegato Tremonti in una conferenza stampa al Workshop Ambrosetti di Cernobbio - è che abbiamo un sistema produttivo che è fatto per il 90-95% da Pmi e da un sistema bancario concentrato in una logica industriale per una quota enorme di mercato". Tremonti ha proseguito dicendo di non avere "nulla contro la grande dimensione, ma tu non puoi avere una struttura produttiva piccola e una banca che ragiona da grande industria bancaria, perché non corrisponde all'interesse del Paese, e la crisi l'ha messo in luce". "Il modello Mckinsey non è adatto all'economia italiana - ha proseguito - il modello industriale non è quello adatto". "Quindi - ha concluso il ministro - banche del territorio".
La battuta su Faissola "Non è un peccato incontrare Faissola, senza interprete dal russo". "In tutto questo non c'é nulla di personale - ha poi spiegato tremonti - è assolutamente civile che ci si incontri". Ieri un giornalista russo aveva fatto notare al presidente dell'Abi, Corrado Faissola, come in Russia, nel caso fosse stato proposto un accordo sulla moratoria dei debiti (come quello richiesto dal governo italiano alle banche, ndr) si sarebbe avuta una adesione totalitaria da parte del sistema creditizio. Faissola, in quella occasione, ha risposto con una battuta: "E' quello che sogna Tremonti". Il presidente dell'Abi ha deciso di non replicare alla controbattuta del ministro.
"Ammortizzatori, fondi in quantità inimmaginabile" "Chi punta sullo sfascio sbaglia, noi abbiamo una quantita" di fondi per gli ammortizzatori sociali che non potete immaginare'. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento a porte chiuse al Workshop Ambrosetti. Tremonti, lo ripete anche in conferenza stampa: "Ho detto qua e in altre sedi che i soldi li possono mettere i governi e le banche, i soldi per le imprese - precisa - e i lavoratori". "Dal lato del governo - sottolinea Tremonti - sono stati messi e ce n'é di riserva una quantità largamente sufficiente. I fondi per gli ammortizzatori sono oltre l'immaginabile". La formula che usa il ministro è: "non lasceremo indietro nessuno". "Questo è in ragione di una scelta che consideriamo giusta: abbiamo messo tutto su questo, considerando il lavoro e la famiglia la priorità assoluta per l'Italia", spiega. I mesi che arrivano non preoccupano il ministro: "non c'é nessuna preoccupazione per il periodo che abbiamo davanti; se ci sarà bisogno i soldi ci sono oltre quello che potete pensare".
Quello che manca, torna a ripetere Tremonti, "é dal lato delle banche: i canali che noi abbiamo aperto con Cassa Depositi e Prestiti, Sace e molte convenzioni, con strumenti finanziari ibridi, i bond, su quello c'é molto da fare". Sul piatto, per il 2009, "ci sono otto miliardi, ci risulta che l'utilizzo sia stato molto più basso; faremo il bilancio... L'assoluta convinzione è che ci siano le risorse sufficienti, q.b., quanto basta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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