«Certi gruppi editoriali vogliono farci a pezzi»

Il consigliere d’amministrazione: «Si stanno buttando sulle tv, ma per avere strada libera prima devono azzerarci»

da Roma

Quando sono uscite le agenzie con le anticipazioni de l’Espresso era a casa, e ha accolto la notizia scuotendo il capo, con un sospiro profondo dei suoi: «Ehhhh...». Sandro Curzi consigliere di amministrazione Rai e quintessenza di orgoglio aziendale questo attacco ai colleghi di via Po non glielo perdona proprio: «L’unica cosa scandalosa, in questa specie di lista della spesa priva di analisi, è il tentativo di fare scandalo».
Cos’è che la indigna?
«Guardi, alcune fesserie abnormi che si leggono lì, confuse fra le cifre».
Ad esempio?
«Enumerare le tantissime sedi regionali Rai come uno spreco. Sono, piuttosto, una prerogativa del servizio pubblico!».
E i 114 parrucchieri?
«Fesserie. Se si spunta qualsiasi bilancio di una grande impresa, se ne trovano centomila di cose così».
È un attacco che viene da un periodico di sinistra, se lo aspettava?
«Senta, in questi anni, la Rai è stata attaccata da tutte le parti».
Perché?
(Una gran risata) «Me lo chiede? Ma per fare a pezzi l’azienda, chiaro».
E l’Espresso che interesse avrebbe?
«Le grandi aziende editoriali si stanno buttando sulla Tv. Ma prima devono azzerare viale Mazzini per avere la strada libera e liberare risorse pubblicitarie».
Il gruppo Espresso, a dire il vero, ha preso una canale nazionale che non usa, Rete A.
«Appunto! Aspettano il momento giusto».
Non le pare una onesta caccia agli sprechi?
«Per carità. Di sprechi ne ho combattuti anche io, in questi anni. Però noi chiudiamo questo anno con dei bilanci ottimi. Ecco perché qui c’è qualcosa di più di qualche inchiesta».
Ovvero?
«Contro la Rai si coalizzano interessi opposti e diversi, talvolta persino in contrasto fra di loro».
Uniti solo nel fare la guerra a viale Mazzini?
«Senta, non so se i lettori si siano resi conto che la Rai è l’ultima grande azienda italiana. È crollata anche l’Alitalia...».
Qualcuno infatti ha fatto il paragone.


«Ed è qui che i conti non tornano! Perché Alitalia è uscita dalla competizione. Mentre noi siamo l’ultima grande azienda pubblica forte e competitiva!».
Quindi deve continuare a investire?
«Sa che cosa sogno io? Un satellite italiano, che non ci costringa a essere ospitati su Sky».

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