Sindacati in agitazione nella battaglia per Palazzo Marino. Walter Galbusera, segretario della Uil milanese, è molto perplesso.
Qual è la sua valutazione sui candidati in campo?
«Il candidato sindaco di Milano, per poter pensare di vincere, deve avere requisiti particolari ed essere un soggetto chiaramente riformista, che esprime il mondo dellimpresa e delle professioni o per lo meno ne è accettato, ma che ha anche una sensibilità sociale. La storia dei grandi sindaco di Milano è sempre stata di questo tipo».
A chi si riferisce in particolare tra i grandi del passato?
«Gino Cassinis e Pietro Bucalossi erano sicuramente uomini delle professioni, ma anche quando cè stata una presenza politica prevalente ha sempre avuto sensibilità sociali particolari come Carlo Tognoli, ma anche Aldo Aniasi e Gabriele Albertini».
Che cosa centra Albertini con Tognoli e Aniasi?
«Sono accomunati dal fatto che non erano espressi da unarea radicale ma erano persone equilibrate. In città possono esistere forti tensioni sociali ma la natura economica di Milano è abbastanza forte e radicata. Cè bisogno di uneccellenza, che può essere in qualunque campo, in cui i cittadini si riconoscano. Anche Aniasi e Tognoli hanno dimostrato di capire una città moderna».
E le nuove candidature arrivate da sinistra? Che ne pensa di Stefano Boeri e Giuliano Pisapia?
«Vedo che sono un po carenti da questo punto di vista. Forse sono un po cambiati i tempi ma la figura ideale deve essere ancora rintracciata. Questo è il ragionamento di principio, poi a proposito delle dichiarazioni dei giorni scorsi osservo che il giudizio che il sindacato deve dare sui candidati è di merito, non di schieramento, altrimenti è un atteggiamento pregiudiziale che non porta da nessuna parte».
Intende dire che ci sono state uscite intempestive?
«Ritengo sbagliata la scelta di campo di Rosati, che ha subito sostenuto Boeri, perché si tratta di una scelta ad personam, a prescindere dal programma. Il percorso dovrebbe essere lopposto. Io conosco Pisapia ed è persona apprezzabile, ma il problema è capire qual è il programma e con chi si intende realizzarlo. Con le dichiarazioni arrivate si sostiene una persona più che un programma».
Come era andata per le scorse elezioni?
«La volta scorsa abbiamo fatto un documento comune tra Cgil, Cisl e Uil sugli obiettivi che intendevamo ottenere e abbiamo fatto un incontro con i due candidati. Formalmente le organizzazioni presentano il loro programma e poi giudicano le risposte. La differenza è che la volta scorsa Moratti era solo candidata, ora viene da un periodo in cui i rapporti non sono stati molto semplici».
Quali sono i problemi principali della città che vorreste vedere affrontati nel programma?
«Adesso la città si trova a dover gestire un taglio dell8 per cento del bilancio ed è essenziale discutere i criteri per distribuire questi tagli. È indispensabile la costruzione di un nuovo quartiere di case popolari.
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