«Remuntada». Tra il Barcellona e i sogni di gloria in Champions c'è di nuovo la necessità di risalire la china. Stavolta non è una semifinale, e l'avversario non è neanche l'Inter di Mourinho. Per ribaltare l'1-2 dell'andata a Londra contro l'Arsenal, basta un solo gol al Camp Nou nel ritorno degli ottavi. E d'altra parte a soffrire delle numerose assenze dovrebbero essere più i Gunners che non i padroni di casa.
Il Barcellona innanzitutto ritrova in panchina Pep Guardiola, fermato nei giorni scorsi da un'ernia del disco che lo aveva costretto al ricovero, e rientrato per guidare la squadra in campionato solo ieri. Mancheranno in difesa Piquè e Puyol, Abidal e Milito sono i possibili sostituti; ma da sempre la preoccupazione dei catalani è farli, i gol, più che non subirli. «Spero di trovare il miglior Arsenal», è infatti la sfida lanciata dal tecnico del Barcellona. «Sono squadra di grandi capacità offensive, e mi aspetto da loro una partita offensiva», ha aggiunto Guardiola.
In realtà al suo collega Arsene Wenger mancheranno Van Persie e Walcott, due che in contropiede sono pericolosissimi; mentre Fabregas - vero e proprio oggetto del desiderio per i tifosi catalani - ha recuperato. «Nonostante tutto mi aspetto un Arsenal molto offensivo», dice Xavi. E subito ha risposto Wenger. «Contro una squadra che fa del possesso palla e della classe dei suoi attaccanti i punti di forza - ha detto - bisogna difendere bene per forza. Ma anche attaccare bene. Non è nel nostro Dna rimanere dietro a difendere uno 0-0».
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