Roma - Due risultati su tre per mettere in tasca poco più di dieci milioni di euro. Uno solo, la vittoria, per regalarsi anche il primato nel girone (sarebbe una novità nelle sei partecipazioni giallorosse in Champions) a meno che il Cluj non faccia il miracolo a Stamford Bridge. La Roma vuole centrare per il terzo anno consecutivo l’ingresso negli ottavi, diventato ormai l’obiettivo minimo per una squadra maturata a livello internazionale e vorrebbe farlo con un risultato storico: mettersi alle spalle i vicecampioni europei del Chelsea. «Non voglio calcoli, conta solo vincere e arrivare primi», ammonisce Spalletti. Consapevole che la Roma non può «accontentarsi» di gestire la partita. Specie ora che ha ritrovato la condizione ideale.
Riecco il Bordeaux allenato dall’ex interista Blanc, sempre battuto nei tre precedenti europei e divenuto - dopo il crollo della meteora Cluj - la mina vagante del girone. Amarcord dell’andata: Roma malata e impaurita, un’ora disastrosa, andò sotto rischiando di crollare, 30 minuti finali da stropicciarsi gli occhi con i francesi ridotti in dieci e sulle gambe e i giallorossi devastanti grazie alle reti di Vucinic e Julio Baptista.
Due mesi dopo, c’è una Roma dal volto diverso e più sicura dei suoi mezzi, ma anche un Bordeaux in forma, che in più recupera dopo quaranta giorni il portiere titolare Ramé. Intanto però l’infermeria giallorossa è tornata a riempirsi: la lista dei convocati è ai minimi termini (c’è anche il giovane Brosco, nemmeno maggiorenne) e ci sono assenze illustri come Pizarro, Aquilani e Tonetto. Il tecnico recupera Vucinic in extremis - ieri una seduta differenziata «programmata per fargli completare il lavoro di recupero», sottolinea Spalletti - ma l’esplosione improvvisa di Jeremy Menez consegna un’arma in più all’allenatore toscano. Che sta pensando se confermare il francesino «fresco» e capace quattro anni fa di segnare ai girondini tre gol in 7 minuti (nessuno della sua età era mai riuscito in un’impresa simile) o riproporre il montenegrino non ancora al meglio, ma pur sempre capocannoniere stagionale in Europa (3 gol) dei giallorossi.
«Deciderò a poche ore dalla partita», taglia corto Spalletti. Ormai il talento di Longjumeau - classe 1987 come altri fenomeni tipo Giovinco, Giuseppe Rossi, Fabregas e i transalpini Benzema e Ben Arfa - scalpita. Sir Alex Ferguson lo ha definito «un talento puro», confessando che tre anni fa il calciatore rifiutò il suo invito di portarlo al Manchester, Zidane parla di «grande talento con colpi formidabili», Spalletti invita tutti a non creare troppe aspettative intorno al ragazzino: «Ha i numeri, ma deve completarsi dal punto di vista caratteriale».
Al Chaban-Dalmas Jeremy partì titolare contro i girondini, ma in corso d’opera fu sostituito da Julio Baptista che poi siglò una doppietta. Spalletti è tentato di dare fiducia al trio d’attacco schierato a Verona, con il francese e il brasiliano in campo alle spalle di Totti, ma Vucinic mette sul piatto una maggiore esperienza continentale e i gol.
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