Chavez va in radio quando vuole

Un nuovo programma autorizza il presidente venezuelano a interrompere in ogni momento le trasmissioni per rivolgersi agli ascoltatori. E la sua trasmissione della domenica in tv dura 6-8 ore 

Chavez va in radio quando vuole

Madrid - «Quando sentirete un'arpa che suona virtuosa, magari Chávez starà arrivando. All'improvviso, a qualsiasi ora, magari a tarda notte, magari di prima mattina». Così il presidente del Venezuela, Hugo Chávez ha preparato lunedì i cittadini alla sua ultima creazione: «All'improvviso... Chávez», un programma radio che potrà essere trasmesso a sorpresa a qualsiasi ora del giorno e della notte e che informerà - senza limiti di tempo - sulle ultime decisioni del governo. Così, mentre diminuisce il numero delle tv e radio indipendenti che resistono alla censura del governo, aumenta il tempo che il presidente si concede nell'etere.

«All'improvviso», che sarà trasmesso per ora da una dozzina di radio, è l'ultima goccia nel mare di interventi che Chávez si è ritagliato e con i quali ha dato vita alla sua particolare forma di governare il Paese in diretta sui media, sfruttando le sue doti di oratore ed una gestione personalistica dello Stato.

A maggio si festeggeranno infatti gli 11 anni del suo programma più importante: «Aló Presidente», che inizia puntualmente in diretta su tv e radio pubbliche ogni domenica alle 11 di mattina, ma non si sa quando finisca. La sua durata media supera infatti le 6 ore, ha raggiunto picchi di otto, e lo ha portato a stare in video più di duemila ore nei 350 e più programmi trasmessi in 11 anni di governo.

Il premier venezuelano vanta inoltre una colonna domenicale su vari quotidiani nazionali intitolata «Le righe di Chávez»; collegamenti in diretta con i programmi della radio e della tv statale Venezolana de Televisión, ed i messaggi congiunti trasmessi da tv pubbliche e private chiamati popolarmente cadenas. Proprio questi sono gli interventi più criticati dall'opposizione e sono stati ultimamente la scusa per chiudere anche tv via cavo private che si sono rifiutate di trasmettere il messaggio di Chávez, reso obbligatorio per decreto.
Da lunedì Chávez può inoltre piombare all'improvviso nell'etere a qualsiasi ora. «A volte sono sveglio alle 3 di notte, mentre lavoro, e c'è gente che ascolta la radio», ha spiegato il presidente che ha presentato il programma come una «guerriglia comunicativa» contro «i media dell'oligarchia». Ammesso che questi siano rimasti un folto gruppo, bisognerà vedere se i cittadini avranno voglia di sentire la retorica ufficiale su nuovi canali. Proprio l'onnipresenza presidenziale ha fatto scoppiare negli ultimi anni un vero e proprio boom delle tv indipendenti via cavo, che si possono dichiarare straniere sfuggendo così in parte alle leggi venezuelane.

Ma i cittadini avranno anche un altro problema: trovare l'elettricità per accendere la radio. Proprio durante la prima puntata di «All'improvviso», Chávez ha infatti dichiarato lo stato di emergenza elettrica. Nonostante il Venezuela sia il terzo Paese produttore di petrolio al mondo, dipende al 70% dall'energia idroelettrica, prodotta in grandissima parte nella centrale delle cascate di Guri, sul fiume Orinoco. Una forte siccità ha però ridotto seriamente il suo flusso d'acqua facendo cadere la produzione elettrica e condannando il Paese al razionamento.

Già da mesi l'elettricità viene interrotta a rotazione per varie ore nelle diverse zone

del Paese, salvo che a Caracas. Ma adesso la situazione si aggrava e Chávez ha annunciato un decreto che aumenterà di un 75% il prezzo dell'energia a chi consuma più di 500 kilowattora per mese, siano privati o aziende.

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