Cultura e Spettacoli

Ma che noia questo mondo dove tutto diventa «tecnico»

Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, almeno quella tecnica. Nel mondo pre-tecnico venivano in mente solo brutti governi e stangate e personaggi grigi e tristi, mentre nella vita quotidiana il tecnico era quello che chiamavi quando ti si rompeva il televisore. Invece è iniziata la rivoluzione, presto negli studi televisivi prenderanno il sopravvento il tecnico del suono e il tecnico delle luci. E a scuola, a pensarci, c’era quel mio compagno che aveva scelto di fare il tecnico agrario, e io che non capivo come si potesse desiderare di fare il tecnico agrario, chissà dov’è finito, se non è morto o perito tecnico questo è il suo momento. Non che il concetto di tecnico prima avesse un senso spregiativo, ma mai nella Storia era assurto a tale significato salvifico. Tutto sarà diverso e dovrete adeguarvi, anche nelle esigenze, perché basta un niente e lo spread va su e la borsa va giù. E allora, per esempio, se rivoluzione deve essere, io non voglio più trovarmi un semplice barista al bar. Io da oggi pretendo un barista tecnico, uno che non sappia solo la differenza tra lungo, ristretto, macchiato freddo e macchiato caldo, ma un tecnico, nell’eventualità che al bancone si presenti la Merkel e chieda un «Ein Espresso mit einem Schuss Milch». Tantomeno voglio ascoltare i dischi dei cantanti, mai più gente popolare come Celentano o Jovanotti, io voglio ascoltare dischi prodotti da cantanti tecnici e canzoni super partes. Idem al cinema, via tutti questi registi, Sorrentino, Moretti, Tornatore, io voglio vedere film di registi tecnici e recitati da attori tecnici. Stesso discorso vale per la letteratura: meglio insegnare a scuola le istruzioni del forno a microonde de L’Infinito di Leopardi, che tra l’altro, non essendo il lavoro di un poeta tecnico, non si capisce neppure tecnicamente com’è, quest’ermo colle. Vanno benissimo invece il Manifesto tecnico della letteratura futurista di Marinetti per la letteratura di destra e Il Politecnico di Vittorini per la letteratura di sinistra.
In televisione via tutti, Vespa, Fazio, Porro, Telese, perfino Mentana con i suoi editoriali dove ti racconta tutto il telegiornale togliendoti il gusto di vederlo e senza neppure essere un tecnico, ci vuole una tv seria, di conduttori tecnici. E anche l’amore, basta romanticismi, o amore tecnico o niente, mica vogliamo rischiare lo spread per un’intermittenza del cuore.

E anche il sesso, solo sesso tecnico, ci mancherebbe, orizzontale o al massimo a novanta gradi.

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