Che sbadigli in sala con «War horse» di Spielberg

Che sbadigli in sala con «War horse» di Spielberg

Che i giovani siano poco rispettosi nei confronti dei più anziani è spesso un dato di fatto. Vedere, però, un film di Spielberg chiudere solo al settimo posto in classifica è qualcosa di impensabile, di attentato alla lesa maestà, di capovolgimento dei valori. Eppure, War Horse ha clamorosamente toppato sulla piazza genovese (ma anche nel resto d’Italia non ha fatto faville). Il perché del semiflop è presto detto. Visti i tempi, non si può più vivere di sola rendita. Se fai un film mieloso, eccessivamente lungo, dove gli sbadigli in platea fanno da colonna sonora, è difficile, complice anche il famigerato passaparola, che la tua pellicola si ritrovi in posizioni più nobili. Anche un guru come Spielberg non può più permettersi di far finta che in sala non ci sia nessuno. Occorre capire i gusti della gente e servirle, come lui ha ampiamente dimostrato di saper fare, film degni di questo nome. Guardate, ad esempio, come sia andato discretamente bene In Time, pellicola interpretata in maniera maldestra ma che partiva da un soggetto accattivante. L’idea, infatti, di immaginarsi un futuro dove il tempo è realmente denaro, nel senso che tutto si guadagna e paga in termini temporali (un caffè costa 4 minuti della propria vita) è geniale. Caro Steven, la prossima volta sforzati un po’ di più.


I più visti a Genova nell’ultima settimana:
1) Hugo Cabret; 2) Com’è bello far l’amore; 3) In Time; 4) Paradiso amaro; 5) Benvenuti al Nord; 6) Tre uomini e una pecora; 7) War Horse; 8) Albert Nobbs; 9) M:I. - Protocolla fantasma; 10) 40 carati.

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