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"Meloni migliore d'Europa. Vera gratitudine per Tajani: in Forza Italia facce nuove"

L'ad di Mediaset elogia la premier e torna a parlare del partito. Il leader azzurro: "Perfetta sintonia sul futuro"

"Meloni migliore d'Europa. Vera gratitudine per Tajani: in Forza Italia facce nuove"
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Dalla Meloni "miglior premier d'Europa", al bisogno di "facce nuove in Forza Italia"; dalla vendita di Repubblica allo straniero che "un po' dispiace"; alla sua discesa in campo che "non esiste". Pier Silvio Berlusconi, classe 1969, secondogenito del Cavaliere, Ceo di Mediaset, ha detto la sua, mercoledì sera 10 dicembre, negli studi di Cologno, al brindisi di Natale con la stampa. L'occasione ideale per celebrare il 2025 come un anno storico per il gruppo Mfe-Mediaset, con l'acquisizione in Germania di ProSiebenSat.1 e l'ingresso nella portoghese Impresa. Solo che se c'è un Berlusconi che parla e che, rilassato, risponde a tutte le domande, di tutti, fino a notte inoltrata, allora il taccuino diventa via via più pesante. L'attenzione è anche alle sfumature. Le parole sono quelle di una famiglia che esercita un forte peso nella società, nell'economia, nella politica. Forse l'ultima grande famiglia italiana più che mai protagonista sulla scena nazionale e internazionale.

Dunque? Che ne pensa Berlusconi di Giorgia Meloni, la prima donna salita a Palazzo Chigi quando, tre anni fa, c'era ancora il Cavaliere? Come si sta muovendo in Italia e all'estero? Troppo allineata a Trump? "Non la penso così. Meloni gestisce una situazione complicata con equilibrio. Fa un lavoro sacrosanto di primo ministro". E in Italia? "C'è una situazione economica complessa ovunque nel mondo. E comunque quando guardo i dati economici italiani prendo atto che il Pil è positivo, l'occupazione sale, l'inflazione scende. Secondo me questo governo sta facendo bene. Anche sulla manovra ha fatto bene. Così non succedeva da anni. Guardiamoci intorno: abbiamo il miglior primo ministro che c'è in Europa".

Che poi il secondo partito della maggioranza di governo sia tuttora quello fondato da Silvio Berlusconi, è motivo di grande attenzione sulla sorte di Forza Italia. E qui Pier Silvio non ha cambiato idea rispetto all'estate scorsa: "Il mio pensiero non cambia. Che io e mia sorella Marina ci appassioniamo ai destini di Forza Italia è naturale: è uno dei grandi, forse il più grande lascito di mio padre. E io ho gratitudine vera per Antonio Tajani e tutta la squadra di Forza Italia. Ritengo però che guardando al futuro siano necessarie facce, idee nuove e un programma rinnovato. Non metto in discussione i valori e quello che sta facendo Forza Italia. Ma servono anche valori adeguati ai tempi che corrono e che cambiano". Per chi ascolta in presa diretta, la stima per il vicepremier e ministro degli Esteri - che ha saputo tenere Forza Italia in pista e addirittura farla di nuovo crescere - non è minimamente in discussione. Ma le parole sono anche quelle di un Ceo di una multinazionale dei media che ha nel suo Dna l'attenzione costante al futuro, ai giovani, al cambiamento. Ed è probabilmente in quella direzione che guarda Pier Silvio anche per Forza Italia. Senza peraltro indispettire lo stesso Tajani. Sono "sollecitazioni positive", ha replicato ieri, da Nuova Delhi: "Sono assolutamente a favore del rinnovamento costante di Forza Italia. È quello che stiamo facendo, facendo emergere anche i giovani. Faremo sempre più emergere nuovi volti, un partito aperto".

Dopodiché per Berlusconi, ci tiene a dirlo, le facce nuove valgono per tutti, per Forza Italia come "per la politica in generale". Inevitabile, a questo punto, l'eterna domanda sulla discesa in campo. Un'ossessione di fronte alla quale Pier Silvio, impegnato più che mai sulle sfide internazionali di Mfe, ha buon gioco a tagliar corto: "Tutte le mie energie sono dedicate all'azienda, all'Europa e quel che resta lo dedico alla famiglia. Scendere in politica non è un tema che oggi esiste".

E della possibile vendita di Gedi-Repubblica a un gruppo straniero? "Il mercato è il mercato. Ma da italiano, il fatto che un pezzo di storia dell'editoria e del giornalismo del nostro Paese vada in mani straniere un po' dispiace. Immagino lo psicodramma che si vivrebbe se si parlasse di reti Mediaset in mani straniere. Poi magari chi arriva è bravissimo. E punta a creare occupazione. Pluralismo, indipendenza e occupazione: sono i tre valori del giornalismo". E la pazza idea che a prendersi Repubblica siano i Berlusconi? "Essendo noi editori di tv e di libri, il pensiero di mantenere una testata così storica in mani italiane non può non affascinare, ma è fanta-economia, è fanta-editoria", dice. "Ognuno deve fare il proprio mestiere.

È un treno che è passato, ma dire che non mi piacerebbe sarebbe falso". Sipario. Ancora 10 giorni e poi le vacanze e il capodanno. Dove? "Dalla mia mamma, che ha 86 anni. Io con la mia famiglia e Marina con la sua, tutti insieme con lei".

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