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La Repubblica dei Colonnelli

Abbiamo sognato una vera Nèmesi, per dirla in greco la Repubblica di domani

La Repubblica dei Colonnelli
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Ieri mattina, ancora in dormiveglia, dopo aver letto le indiscrezioni secondo le quali la Repubblica sarebbe ormai già stata venduta all'armatore greco Theodore Kyriakou, un Berlusconi dei Balcani, ultra conservatore, vicino a Donald Trump e socio di Mohammad bin Salman, principe saudita più attento al mantenimento del potere di quanto lo sia ai diritti umani nel Paese (l'islamizzazione che piace a sinistra, quella con le valigette di dollari) - abbiamo fatto un sogno.

Chi non dispera, Kalispera.

E abbiamo sognato una vera Nèmesi, per dirla in greco la Repubblica di domani: un giornale nuovo, diverso, moderno, dove Massimo Giannini finalmente potrà lanciare una coraggiosa battaglia giornalistica contro Stellantis e le avventurose iniziative industriali e finanziarie di quell'Elkann che ora sta svendendo lui e i suoi colleghi; che è la fine dei servi quando non servono più. Dove la Cuzzocrea, aspetta e spera Kalispera, denuncerà la vergognosa discriminazione di donne e omosessuali nei Paesi arabi. Dove la Aspesi, altèra e Kalimera, firmerà l'elogio del berlusconismo in salsa tzatziki.

Dove Augias potrà lanciare il suo j'accuse contro i conflitti d'interessi dei magnati delle telecomunicazioni. E dove Paolo Berizzi, faccetta nera e Kalispera, potrà azzardare una sua personale rivalutazione del regime (ahia) dei Colonnelli greci.

Poi ci siamo svegliati di colpo. E il bello è che non era un sogno.

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