RomaDiciamolo subito a scanso di equivoci. Fuori classe, la nuova fiction di viale Mazzini, la cui prima puntata andrà in onda domani sera su Raiuno alle 21.30, è uno spaccato intelligente e ben confezionato del mondo della scuola. Autori, regista e attori si sono impegnati al massimo per ottenere come risultato una gradevole «commedia» (il termine è dello stesso regista Riccardo Donna) dove il privato si mescola al pubblico per dimostrare come la scuola sia uno dei posti ottimali dove «leggere» le pagine del nostro presente (non è un caso infatti che anche Mediaset sia pronta al lancio di una nuova serie dei Liceali). Il cast, poi, è di primo livello. Capitanato da una Luciana Littizzetto ispirata. Qui nel ruolo della professoressa Isa Passamaglia, in crisi col marito e disorientata di fronte allirrequietezza di un figlio adolescente. Accanto a lei figurano, tra gli altri, Neri Marcorè, Fabrizia Sacchi, Mariella Valentini, Ninni Bruschetta e Gisella Burinato.
Liberamente tratta dai libri Ex cattedra, Fuori registro e Sottobanco di Domenico Starnone, la fiction racconta le esilaranti giornate sui banchi di scuola del liceo scientifico Caravaggio di Torino, in particolare delle classi III e V B. Un anno scolastico intero, narrato con ironia, tra professori e ragazzi più o meno «problematici» alle prese con difficoltà didattiche ed esistenziali. «Al centro del racconto svetta la professoressa Passamaglia, una straordinaria Littizzetto - spiega il regista -. Insieme abbiamo lavorato affinché il suo personaggio avesse la stessa forza dirompente che accompagna lattrice nelle sue uscite televisive, quando si misura con lintrattenimento puro». Nelle intenzioni degli autori la Passamaglia/Littizzetto dovrebbe far dimenticare al pubblico televisivo il ciclone Luciana, quel folletto impertinente che con le sue battute al fulmicotone scuote laplomb di un imbarazzato Fabio Fazio in Che tempo che fa. Eppure non basta che la protagonista di questa storia sia una donna appena abbandonata dal marito e angariata da colleghi e vicepreside. La sua verve spesso infioretta anche le scene meno leggere. E in tanti domani si chiederanno se davvero esistono professoresse con un simile sense of humour.
Quello che manca nella storia corale di Fuori classe è la contestazione studentesca. Ci sono voluti due anni per la produzione di questa fiction e le riprese sono finite nellagosto del 2010, pochi mesi prima dellinizio dei disordini e delle proteste contro la riforma Gelmini. La Littizzetto, presentando la fiction, evita di entrare nel merito della riforma. Le proteste dei ragazzi le archivia, però, come «lunico anelito di vitalità che si è visto in giro ultimamente» e della riforma boccia senza riserve lipotesi meritocratica di dare più soldi agli insegnanti migliori. Per il resto mette le mani avanti e glissa con un «le prediche sono sempre pericolose». E tra i primi obiettivi di questa fiction ex catedra cè anche quello di evitare lezioncine e sermoni. E non è poco visti i tempi che corrono. Le opere di fantasia, inoltre, non hanno debiti da pagare alla realtà. E gli sceneggiatori della fiction questo lo sanno bene. Ed eccoli alzare la posta quando si tratta di individuare il personaggio giusto cui affidare lintera responsabilità dellistituto scolastico. Il casting sceglie la brava Mariella Valentini. Che però porta il velo.
Una suora come preside. Rigida ma comprensiva. La cui maggiore preoccupazione è quella di far dimenticare a tutti il suo velo (e il suo voto). «Quando sono qui, sono solo la preside», ribadisce mentre fa togliere il crocifisso dallaula professori e dà dellipocrita al vicepreside che cerca di dissuadere i ragazzi a chiedere lesonero dallora di religione. Per Federico Starnone, figlio di Domenico, e coautore del soggetto e della sceneggiatura, la suora-preside è una felice sintesi tra etica e potere.
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