Che triste società quella che vieta ai bambini di giocare

Caro Direttore,
su il Giornale di martedì 24 ho letto della causa intentata da alcuni condomini contro il vicino asilo per presunti schiamazzi. A prescindere dal fatto che l’asilo ha qualche decina d’anni più delle case vicine e che quindi, a mio parere, a chi vi è andato ad abitare non dovrebbe essere permesso di lamentarsi di una situazione che nell’atto d’acquisto dovrebbe avere accettato (non si acquista solitamente «nelle condizioni attuali»?), la cosa mi ha profondamente irritato per l’assoluta noncuranza nei confronti dei diritti dei minori. Questa vicenda mi spinge quindi ad allargare il discorso. Da molti anni il Paese sta invecchiando, e infatti si comporta sempre più come una vecchia zitella inacidita (mi perdonino le zitelle). Si dice che la nostra Costituzione tutela i bambini, ma mi domando dove stia questa tutela. I bambini hanno diritto a giocare, ad esprimersi, a strillare, come abbiamo fatto tutti, anche le vecchie zitelle. Oggi si consentono regolamenti condominiali, comunali e financo provinciali che hanno nella prevaricazione verso i diritti dei bambini il loro risultato effettivo, e nell’assoluta noncuranza per il buon senso e per la memoria e nell’egoismo esasperato dalla solitudine le cause primarie. Ci sono condomini che vietano di utilizzare il terreno comune relegandolo a mero sfondo per fotografie, cortili cementati che possono essere sporcati solo dalle auto e non da una palla rotolante, giardini pubblici nei quali è vietato anche correre: ma dove siamo finiti? Quand’ero piccolo giocavo anche per strada: mettevamo i cappotti o le cartelle a fare da porta e via col pallone, tanto passavano due auto in tutto il pomeriggio. Ora non si può più, le strade sono pericolose. E i bimbi dove vanno? Tutti chiusi in casa? A fare che? A giocare con i videogiochi per otto ore filate? Bene, poi non lamentiamoci se uno di loro esce con la pistola del padre, va in una scuola e spara un po’ in giro. Scusi lo sfogo, ma sono padre da molti anni (quindi i miei figli non schiamazzano più e leviamo subito il mio «conflitto di interessi» potenziale) e non posso accettare la sofferenza imposta ai bimbi da pochi adulti che a me paiono dei disadattati. Le faccio una proposta: una legge di iniziativa popolare che vieti i comportamenti contrari alla libertà dei bambini. Posso anche elencarle alcuni punti.
Almeno il 60% degli spazi comuni dei condomini devono essere accessibili a tutti, soprattutto ai minori. I giardini comuni devono essere accessibili a tutti e utilizzabili per il gioco dei bambini almeno per l’80% della superficie. La limitazione di orario per gli schiamazzi non può comprendere periodi compresi fra le 8 di mattina e le 20 di sera, o almeno in quel periodo non può superare l’ora di durata. Agli amministratori locali è fatto divieto di limitare l’attività dei bambini all’interno delle superfici adibite a parco se non entro i limiti della sicurezza altrui. Scuole, asili e altri edifici adibiti alla cura dei bimbi e preesistenti alle abitazioni vicine non possono essere sottoposti a limitazioni nel volume degli «schiamazzi» dei bimbi. Che ne pensa?
Novara

Penso che ha ragione, caro amico.

Anni fa, un collega veneto venuto per lavoro a Milano mi confidò di essere scappato dopo aver visto che nel cortile del condominio c’era un cartello con scritto: «Vietato giocare». Una società che vieta ai bambini di giocare è una società triste. Anzi, morta.

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