Chi non stupra in compagnia

Per incentivare i giovani a mettersi in cooperativa, la corte di cassazio­ne ha eliminato l’obbligo del carcere per lo stupro di gruppo

Chi non stupra in compagnia

Per incentivare i giovani a mettersi in cooperativa, la corte di cassazio­ne ha eliminato l’obbligo del carcere per lo stupro di gruppo: se stupri da solo vai in galera, ma se sei in comitiva, si capisce lo spirito goliardico, l’esigenza di socia­lizzare, di fare squadra e scampi il carce­re immediato. Neanche tre anni fa la Cassazione ave­­va stabilito il contrario: in uno stupro an­che se fai il palo sei colpevole.

Io mi chiedo che messaggi stiamo in­viando ai ragazzi, che modelli stiamo lo­ro indicando. Se sei in ritardo all’università meglio ri­nunciare agli studi che passare per sfiga­to, dice il viceministro Michel Martone; se si fosse chiamato Michele anziché Mi­chel e­non fosse nato a Nizza ma a Noce­ra Inferiore, non lo avrebbe detto. Se ami la stabilità sei monotono, dice il premier Monti che è uno dei massimi esperti del­la materia ( non di lavoro ma di monoto­nia).

Per carità, so che molto è colpa delle semplificazioni mediatiche: la Cassazio­ne voleva essere garantista sul carcere preventivo, il viceministro voleva elogia­re la selezione e il merito, il premier vole­va difendere l'intraprendenza nel lavo­ro rispetto al posto fisso. Ma si sa che i messaggi arrivano semplificati, estesi e subliminali.

Così un ragazzo come tanti che si fer­ma ai titoli delle notizie, deduce che stu­prare in gruppo si può, intestardirsi per

laurearsi è da sfigati, e tutto ciò che è fis­so, dal lavoro alla moglie, è monotono.

Morale: viviamo alla giornata, mollia­mo laurea e famiglia, posti fissi e lavori fessi; e chi non stupra in compagnia è un ladro o una spia.

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