Chi sbaglia (a digitare) paga. Tranne il bookmaker

A tutti noi scommettitori è capitato qualche volta di trovare quote sbagliate, non per errata valutazione del bookmaker e del mercato ma per un errore di digitazione. La tentazione del neofita, vedendo Federer offerto a 20 contro Piripicchio, è però quella di mettere la casa su Federer: una buona idea, ma solo in teoria. Una decina di giorni fa un conoscente stava seguendo live Ael Limassol-Enosis Paralimni del campionato cipriota: 0-0 a pochi minuti dal 90', quando sulla schermata «risultato esatto» di Bet365 (conservate le prove) è apparso che lo 0-0 veniva pagato a 10. Un errore dell'impiegato, visto che i software di adeguamento delle quote possono essere integrati dall'intervento umano. Un errore di digitazione come quelli che abbiamo commesso noi tante volte, scegliendo una cifra o una giocata che non volevamo scegliere. La partita è finita 0-0 e il nostro amico ha ricevuto questo messaggio: «La suddetta selezione contiene una quota errata, pertanto, secondo quanto riportato nel nostro regolamento scommesse, verrà assegnata con la quota corretta di 1.08». E quale sarebbe questo regolamento? Eccolo: «Qualora sia chiaro quale selezione abbia avuto quote errate, le scommesse su questa selezione saranno assegnate alle quote che intendevamo inserire al momento della scommessa».

Con altri termini, praticamente ogni bookmaker ha nel suo regolamento un articoletto simile. Conclusione: non crediamo ai regali e stiamo attenti a cosa digitiamo noi. Se puntiamo 1000 euro e li perdiamo non potremo dire che volevamo puntarne 10 e che il nostro sia stato un «errore evidente».

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