Chi vi denigra non vi conosce

Carissimi amici di Nassirya, fratelli, colleghi... sento il dovere morale ma soprattutto umano di comunicarvi, di trasmettervi la mia vicinanza in un difficile momento come quello che stiamo vivendo... voi come giocatori in campo, noi come spettatori inermi; vicinanza mia, dei miei cari e di tutti quegli italiani che per i loro personalissimi motivi vi vogliono bene, vi stimano, vi apprezzano affinché, con dedizione e amore portiate avanti la vostra missione di pace ma soprattutto la missione della vostra vita. Molti non sanno cosa voi militari italiani avete fatto e cosa ancora siete capaci di fare perché qualcuno ha interesse a divulgare solo notizie denigratorie, avvilenti che non fanno onore a nessuno e ancor meno a chi è caduto in queste terre. So che vivere certe situazioni da casa non è come viverle sul campo e non pretendo di comprenderle.
Il dolore immenso di questi giorni è una croce assai grave da sopportare ma devo, affinché i miei genitori e Valentina, inizino a vivere questa nuova dimensione nella maniera più umana e dignitosa possibile ancor di più perché Sandro non avrebbe mai voluto vederli piangere in quel modo... ma sono forti e con fiducia credo che il sorriso e la pace tornerà dentro i nostri animi...
Brigata Sassari, orgoglio dell'Italia e ancor di più della Sardegna, questo pensiero è dedicato a voi, soprattutto perché Sandro è anche vostro fratello, è vostro amico e io, ora come non mai, mi sento di appartenere a questa grande famiglia... così come ogni sardo che sia fiero delle sue radici non può non sentirsi parte di essa. Sandro ora mi fa comprendere meglio il Vostro motto: «Sa vida pro sa patria!».
Lui portava l'uniforme con fierezza ed orgoglio e così credo tutti voi.
Con coraggio ha obbedito alla «chiamata» perché sapeva che «portare» le stellette non è la via migliore per diventare ricchi o ricoprirsi di prestigio ed onori senza sudare o sporcarsi le mani.
«Portare» le stellette significa, e oggi come non mai, amare il prossimo, perché solo chi ama l'altro, chi crede nella possibilità di costruire un mondo migliore può accettare, se di accettare si tratta, di rischiare la propria vita in questo modo.
Parole e pensieri scorrono veloci come saette ma permettetemi di esprimere anche al Cappellano Militare Padre Mariano, fratello, amico, saldissimo sostegno in questi momenti difficili, tutto il mio ringraziamento per l'arduo compito che con inesauribile energia porta avanti innanzi tutto tra voi e per la vicinanza a tutte le famiglie colpite dalla tragedia della guerra.
Non ultimo, un affettuoso abbraccio a tutte le mamme, i papà, fratelli, sorelle, mogli, figli e fidanzate delle vittime di tutti gli altri attentati affinché non perdano mai la speranza e credano sempre nella vocazione e faticoso lavoro dei nostri ragazzi.
Vorrei concludere con un pensiero per Sandrino. Tra noi era amore e odio, non c'era gentilezza piuttosto reciproche mandate a quel paese, un verso al posto di un «ciao» quando ci si incontrava, qualche dispetto... favori o cortesie ce le si faceva perché mamma o papà mediavano o qualche volta perché sentivamo o vedevamo le situazioni... Ho scoperto che era il nostro modo di volerci bene... Ringrazio Dio per avermi dato una concezione della vita come quella che ho, per avermi fatto comprendere spesso quale meraviglioso dono essa sia... di avermi dato sempre la forza di sorridere e far sorridere anche quando avrei voluto piangere... desidero con tutto il cuore dedicare a ognuno di voi la «Preghiera del Paracadutista» non perché lo sono io ma semplicemente perché Sandro, appena arruolato, 18enne, avrebbe voluto essere uno di loro. Ora apro io il Paracadute invocando l'Arcangelo per ciascuno di voi...
Preghiera del Paracadutista
Eterno immenso Iddio, che creasti gli eterni spazi e ne misurasti
le misteriose profondità, guarda benigno a noi, Paracadutisti d’Italia, che
nell’adempimento del nostro dovere, balzando dai nostri apparecchi,
ci lanciamo nella vastità dei cieli.
Manda l’Arcangelo S. Michele a nostro custode:
guida e proteggi l’ardimentoso volo.
Candida come la seta del paracadute sia sempre la nostra fede e indomito il coraggio. La nostra
giovane vita è tua o Signore!
Se è scritto che cadiamo sia! Ma da ogni goccia del nostro sangue sgorgano gagliardi figli e fratelli
innumeri, orgogliosi del nostro passato, sempre degni del nostro immancabile avvenire.


Benedici, o Signore, la patria, le famiglie, i nostri cari! per loro, nell’alba e nel tramonto, sempre la
nostra vita! E per noi, o Signore, il tuo glorificante sorriso.
Così sia.
Cieli Blu e Forza Paris...
un Abbraccio

*Mauro Pibiri, fratello

di Alessandro Pibiri ucciso

in un attentato a Nassirya

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