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Da Chiamparino e Renzi doppio strappo nel Pd: elogi a Marchionne e Cav

Dai sindaci di Torino e Firenze il duro attacco alla dirigenza del Pd. La sinistra si sgretola. Chiamparino: "Su Mirafiori la Fiom ha torto". E Renzi: "Se va sempre così, fisserò una visita al mese..."

Da Chiamparino e Renzi 
doppio strappo nel Pd: 
elogi a Marchionne e Cav

Roma - Ma esiste ancora la sinistra? A sentire parlare i sindaci piddì di Firenze e Torino pare cadere in pezzi. Il giorno della Consulta e del Referendum si trasforma in quello degli strappi. Se da una parte Chiamparino è tutto elogi per l'ad della Fiat Sergio Marchionne, dall'altra Renzi non perde tempo a ringraziare il presidente Berlusconi per la firma del protocollo tra il ministero dei Beni culturali e la città di Firenze. Da non crederci. Roba da togliere il sonno a Bersani. "Ad Arcore ottengo i risultati - spiega senza mezzi termini il primo cittadino di Firenze - devo tornarci più spesso". E' proprio dai sindaci di due roccaforti rosse che arriva l'ennesimo attacco alla dirigenza democratica.

L'asse tra Renzi e il Cavaliere Matteo Renzi non ha dubbi: è merito anche della visita decembrina ad Arcore. Una visita che aveva fatto innervosire non pochi "compagni" democratici. E così il sindaco fiorentino torna sull'argomento e ci mette il carico: "Se funziona sempre così, che dopo ogni visita ad Arcore si firma un protocollo, chiederò di fissare una visita al mese...". D'altra parte lo stesso Gianni Letta  non nasconde la propria soddisfazione parlando di un "esempio di collaborazione" positiva. Non nasconde i frutti del proprio incontro con il premier Silvio Berlusconi. E a Palazzo Chigi lo ammette senza mezzi termini. L’occasione è la conferenza stampa convocata proprio per illustrare il protocollo firmato tra le due istituzioni. "Un grande risultato per Firenze", rivendica soddisfatto Renzi.

Renzi scherza con Letta A ricordare l’episodio di dicembre - con le conseguenti polemiche per la visita del sindaco democratico nella casa privata del presidente del Consiglio, è proprio Letta. "Si è fatto tanto chiasso per una visita che il sindaco ha reso nella sua qualità al presidente del Consiglio, sia pure a casa, ma in qualità di premier - interviene Letta - se oggi possiamo firmare questa convenzione è anche perchè il premier e il sindaco si sono incontrati, si sono capiti e si sono adoperati per il bene di Firenze". Un assist che Renzi coglie subito: "Se funziona sempre così, dobbiamo fissare la visita di gennaio...". Tra Letta e Renzi è tutto uno scambio di elogi e ringraziamenti. Il sindaco di Firenze non nasconde la propria felicità per i risultati ottenuti a solo un mesew di distanza dall'incontro con il Cavaliere. E' il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a sottolineare come la firma del protocollo sia frutto di una "importante collaborazione istituzionale con sindaco di Firenze. Un esempio di come, quando si collabora con finalità alte, in termini istituzionali, indipendentemente dai colori e dalle appartenenze, i risultati si raggiungono. Di questo ringrazio il sindaco".

Chiamparino contro i sindacati Anche Chiamparino non usa mezzi termini, parlando della Fiat. E' letteralmente "esterrefatto per tutte le polemiche su Marchionne". "Sono senza parole perché in qualsiasi altra parte del mondo, uno che mette sul tavolo un miliardo di investimenti sarebbe stato accolto col tappeto rosso - tuona Chiamparino dalle colonne del Riformista - nel settore del tessile e dell’alimentaristica lavorano così da vent’anni". D’altra parte il sindaco di Torino si dimostra molto concreto: "Se al referendum vince il sì tutte le strade sono praticabili" mentre "se passa il no, si finirà tutti a fare i gatti neri in un gigantesco limbo".

Dure critiche pure per Bersani Chiamparino non approva la linea di Bersani e del Pd rispetto a Marchionne e Mirafiori. "L’approccio del Pd alla questione Fiat - dice- è stato all’insegna di una grande incertezza. Mi rendo conto che il leader di un partito come il nostro senta la necessità di provare a tenere ’tutti dentrò. Ma alcune cose non sono state chiare. E da quella incertezza è scaturita la linea del dire sì agli investimenti, no a tutto il resto". Tutto questo mentre si riunisce la direzione del Pd.

Insomma, c'è grande confusione sotto iol cielo della sinistra.

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