Teramo - La Chiesa abruzzese «scomunica» Michele Santoro. «Certe diatribe mediatiche sono inutili». E per commentare l’uscita infelice del giornalista e dei sodali disfattisti che l’hanno seguito a ruota, i vescovi d’Abruzzo sembrano ricorrere alla lettura dell’evangelista Giovanni: perdonatelo, perché non sa quello che fa. Dito puntato sul presentatore di Annozero - che non nominano mai - e su tutti coloro che se la prendono con una macchina organizzativa che a sentire gli alti prelati, invece, ha funzionato a meraviglia. Le polemiche sollevate sul volontariato e sui soccorritori vengono giudicate, a vario titolo, spropositate, inopportune, intempestive. Assolutamente rispondenti a una realtà inesistente.
L’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, già non l’aveva mandata a dire durante la messa di Pasqua («non ci siano polemiche sterili, chi finora le ha fatte guardi il fiume di solidarietà arrivato da tutta Italia»). Ieri si è ripetuto rispondendo cosi: «Le polemiche di questi giorni sono assolutamente fuori luogo. Ci sono persone che a forza di vedere l’albero si dimenticano la foresta, che è immensa e cresce ogni giorno. Non ci sono parole per descrivere il lavoro e l’abnegazione della nostra Caritas e di tutti coloro che hanno messo in atto un’attività multiforme, intensa, bellissima. E soprattutto efficiente».
Pure monsignore Michele Seccia, vescovo della diocesi Teramo-Atri, non assolve il modo col quale s’è voluto ridimensionare l’attività di tantissimi giovani impegnati nel primo intervento e nel conforto successivo: «Quel che è successo nella nostra diocesi nelle ore immediatamente successive al terremoto rappresenta un gesto di amore e solidarietà grande. Abbiamo dato, e stiamo dando tuttora assistenza - continua il vescovo - a oltre 18mila sfollati. Proprio ieri sera (l’altro ieri, ndr) ho seguito personalmente la febbrile attività del nostro centro Caritas di stoccaggio del materiale proveniente da ogni zona d’Italia. Una cosa meravigliosa. Ecco perché le polemiche sono a mio avviso non pertinenti. È ora che questo brutto sport nazionale finisca. Se vi sono state disfunzioni, queste rappresentano un dettaglio assolutamente minimo sul totale dell’impegno profuso. Non possono, non devono, inficiare l’enorme sforzo del volontariato che si è mosso splendidamente in sinergia con la protezione civile. Pensiamo a rimboccarci le maniche e a lavorare per il bene comune piuttosto che perdere tempo con inutili diatribe mediatiche».
Dalla diocesi di Teramo a quella di Sulmona-Valva l’umore degli addetti ai soccorsi non cambia. Parla sua eccellenza Angelo Spina, riferimento spirituale per tutte le anime di questa bella terra, nota per Ovidio e per i confetti. «Una premessa va fatta - attacca il vescovo -. La diocesi è stata colpita duramente in tanti comuni. L’attività della nostra Caritas è stata encomiabile in raccordo col coordinamento dell’Abruzzo-Molise e con la Protezione civile. Abbiamo creato un magazzino-sosta per l’arrivo del materiale, siamo andati a fare la clown-terapia nei campi, i volontari hanno gestito egregiamente l’emergenza. Per questo motivo - insiste Spina - certe polemiche lasciano il tempo che trovano. Bisogna pensare alla giustizia anziché al giustizialismo. Non occorre trovare capri espiatori dove non vi sono. Per il resto, l’organizzazione è stata pressoché perfetta».
Fa sentire la sua voce anche il vescovo Tommaso Valentinetti, punto di riferimento dell’arcidiocesi Pescara-Penne: «Parlare delle polemiche di questi giorni è assolutamente tempo perso. Al contrario vorrei che si sottolineasse l’eccellente lavoro dei volontari in perfetto coordinamento con la protezione civile. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Prestare assistenza e sollievo era, ed è, il nostro compito primario. L’obiettivo di stare vicino agli sfollati è stato raggiunto». Ogni riferimento a Michele Santoro, alla trasmissione Annozero, ai catastrofisti tutti, non sembra davvero involontario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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