Cultura e Spettacoli

Chiude il «fantastico» museo Ackerman. Ci siamo giocati un pezzo di fantascienza

Dopo la morte del grande collezionista americano, va all'asta la sua straordinaria collezione: 300mila cimeli originali: dall'androide di «Metropolis» alle mani meccaniche di King Kong, e poi robot, astronavi, libri, riviste. Lo chiamavano «Mr Science Fiction»...

La prima brutta, orrorifica notizia, per tutti gli appassionati del mondo della fantascienza e dell'horror, era arrivata un paio di mesi fa, quando si seppe che era morto, all'età di 92 nella sua Los Angeles, Forrest J. Ackerman, una vera leggenda nell'ambiente: saggista, direttore di riviste cult come «Famous Monsters of Filmland», attore per caso, inventore di neologismi rimasti alla storia a partire da «SciFi» o «Worldcon», ma soprattutto collezionista di memorabilia cinematografici. Anzi "il" collezionista per eccellenza: nella sua casa di Los Angeles chiamata «Ackermansion» - diventata un vero e proprio museo - aveva raccolto oltre 300.000 pezzi tra libri e reliquie cinematografiche, probabilmente il più importante del mondo per quanto riguarda il fantastico. La seconda cattiva notizia, arriva oggi (e conoscendolo, gli avrebbe procurato maggior dolore della notizia stessa della sua morte...): l'immensa collezione di cimeli fantascientifici andrà dispersa, venduta all'asta. Nel tesoro, fra gli altri straordinari "pezzi": l'anello che figurava al dito dell'attore Bela Lugosi nei panni di Dracula, le maschere da «uomo lupo» di Larry Talbot, uno Yoda, le manone di King Kong, l'androide dal nome Maria protagonista del celeberrimo «Metropolis» di Fritz Lang, e poi modellini di astronavi, alieni, robot impiegati in centinaia di pellicole fantascientifiche (e si tratta di pezzi originali tratti dai set cinematografici, non riproduzioni...). Inoltre, cinquantamila libri e la raccolta completa dei fascicoli di oltre duecento riviste. Fra i pezzi rari, una prima edizione del romanzo «Frankenstein» firmata dall'autrice Mary Shelley, e un'altra di «Dracula» firmata oltre che dall'autore Bram Stoker anche dai principali attori che hanno interpretato al cinema il più celebre di tutti i vampiri. L'asta, fissata alla fine di aprile, dovrebbe fruttare almeno mezzo milione di dollari, ha detto Joe Maddalena, presidente dell'associazione «Profiles in History», che curerà la vendita. Ackerman oltre che collezionista e appassionato del genere, era anche attore a tempo perso (partecipò ad esempio al film «Splatters. Gli schizzacervelli» di Peter Jackson, una delle pellicole culto del B-movie americano). Fu scrittore, agente letterario (fra le sue scoperte, Ray Bradbury), critico cinematografico, direttore di riviste nonché creatore della sexy e letale «Vampirella» che gode di una vita editoriale a fasi alterne a partire dal 1969. Da ragazzo, conobbe ed entrò in corrispondenza, con tutti i maggiori autori del genere, da Howard Phillips Lovecraft a Philip K. Dick, per citarne soltanto due. Basterebbe questo per giustificare il soprannome con il quale era noto fra gli appassionati del genere: «Mr Science Fiction», «Signor fantascienza». E, teletrasportati dagli States all'Italia, vale la pena aggiungere un'altra (triste) notizia di questi giorni: la scomparsa di Lino Aldani, considerato il principale esponente della fantascienza italiana, nonché il suo «patriarca», morto il 2 febbraio scorso a Pavia. Aveva 83 anni. Autore di numerosi racconti e romanzi, Aldani era noto anche per «La Fantascienza», uscito nel 1962, che ha rappresentato la prima opera critica sul fenomeno in Italia. Nel 1977 Aldani pubblicò il suo primo e più fortunato romanzo, «Quando le radici», iniziato a scrivere dieci anni prima. A quest'opera fecero seguito numerosi racconti, accanto ai romanzi «Eclissi 2000» (1979), «Nel segno della luna bianca» (anche con il titolo «Febbre di luna», 1980), scritto con Daniela Piegai, e «La croce di ghiaccio» (1989).

Agli inizi del 2007 era apparso il suo ultimo romanzo, «Themoro Korik».

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