Le forze yemenite hanno perso di vista sei camion pieni di armi e di esplosivo, ma sono riusciti a uccidere due terroristi di Al Qaida che avrebbero progettato il piano per colpire lambasciata americana di cui si parla da domenica. O almeno è ciò che annuncia il governo di Sanaa, secondo cui i due «erano controllati da tempo».
Certezze, però, nessuna; perché potrebbero essere semplici cittadini che le autorità tentano di far passare per pericolosi estremisti, allo scopo di allentare la pressione sul proprio Paese e dare soddisfazione alla Casa Bianca, che infatti non sembra fidarsi dei proclami del governo dello Yemen.
Ieri per il secondo giorno consecutivo le ambasciate di Stati Uniti e Gran Bretagna hanno tenuto chiuse le proprie rappresentanze diplomatiche e a loro si è aggiunta la Francia, mentre altri Paesi occidentali, tra cui lItalia, si sono limitati ad adottare nuove misure cautelative. «Abbiamo sospeso gli ingressi al pubblico ordinario, consentendo lentrata solo a chi aveva un appuntamento telefonico», precisa lambasciatore Mario Boffo, «ma funzioniamo al cento per cento e abbiamo piena fiducia nelle misure di protezione adottate dalle autorità yemenite». La Germania e il Giappone hanno sospeso le attività consolari.
Roma deciderà passi ulteriori solo dintesa con Bruxelles. «È necessario un più stretto coordinamento tra i Paesi della Ue», ribadisce il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ieri ha esaminato la situazione con lAlto rappresentante per la politica estera dellUnione, Catherine Ashton. La nostra ambasciata, dunque, verrà chiusa solo coerentemente con una decisione comunitaria.
Tutto ciò in un contesto che vede intrecciarsi gli interessi di diverse potenze. «Linstabilità nello Yemen minaccia la regione del Golfo e il mondo intero», ha ricordato ieri il segretario di Stato americano Hillary Clinton. Anche lIran e lArabia saudita sono coinvolti, sebbene a diverso titolo, nelle vicende domestiche di questo poverissimo Paese della Penisola arabica. Teheran starebbe fomentando gli estremisti sciiti che stanno destabilizzando il nord del Paese, mentre il regime di Riad teme che lo Yemen venga usato da Al Qaida per lanciare attacchi contro il Regno e destabilizzare la zona. Non a caso gli sceicchi di Riad sono i più generosi sostenitori del governo di Sanaa, a cui garantiscono sovvenzioni superiori addirittura a quelle statunitensi.
A Washington, intanto, i repubblicani continuano a criticare il presidente Obama, dopo il clamoroso flop dei servizi, che si sono lasciati sfuggire il terrorista nigeriano, imbarcatosi su un volo Delta benché noto alla Cia.
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