“Risarcimento di guerra”. L’Italia può chiedere il diamante “Florentiner” agli Asburgo?

La storia del ritrovamento dei gioielli degli Asburgo non è ancora del tutto chiara e a questo si aggiungerebbe, secondo alcuni storici, la possibilità che il “Florentiner” torni in Italia

“Risarcimento di guerra”. L’Italia può chiedere il diamante “Florentiner” agli Asburgo?

In queste ultime settimane hanno avuto un’enorme eco mediatica le vicende, a tratti oscure, relative al ritrovamento dei gioielli degli Asburgo. Una collezione dal valore economico e storico inestimabile a cui mancherebbe, però, la corona della celebre imperatrice Elisabetta di Baviera, meglio conosciuta come Sissi. Uno dei pezzi più importanti di questo tesoro è il meraviglioso diamante “Florentiner”, o “Fiorentino” che, secondo alcuni, apparterrebbe all’Italia.

I gioielli “ritrovati”

Lo scorso 19 ottobre quasi tutto il mondo è rimasto allibito alla notizia del furto dei gioielli di Napoleone al Louvre. Il museo e la Francia intera sono stati bersaglio di polemiche interne e internazionali in merito alla facilità con cui i ladri sono riusciti a impossessarsi di un tesoro così importante. A un mese di distanza queste vere e proprie opere d’arte della gioielleria non sono ancora state ritrovate e molti si chiedono se non siano, ormai, perdute per sempre, magari nelle mani di un collezionista privato, oppure smontate e fuse.

Purtroppo non è la prima volta che l’umanità assiste impotente a furti del genere, continuando a chiedersi anche per secoli quale sia stata la sorte di questi preziosi che rappresentano anche un pezzo di Storia del mondo. Fino a poche settimane fa queste erano le domande che gli studiosi si ponevano anche riguardo ai gioielli degli Asburgo, scomparsi misteriosamente più di cento anni fa, nel 1921.

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e la caduta dell’impero austro-ungarico, infatti, l’imperatore Carlo I d’Austria e l’imperatrice Zita di Borbone-Parma (1892-1989) furono costretti all’esilio. Carlo, però, morì di polmonite nel 1922, a soli 34 anni. Zita rimase sola e portò con sé i gioielli, di cui quasi subito si persero le tracce. Fino a oggi.

Nei giorni in cui l’opinione pubblica francese e internazionale si interrogava sulla dinamica del furto al Louvre e sul destino dei gioielli di Napoleone, lo Spiegel e il New York Times hanno annunciato che il tesoro degli Asburgo era stato ritrovato. O meglio, non era mai andato perduto, non completamente, almeno.

Poche settimane fa, infatti, l’ex europarlamentare Karl Habsburg, discendente del casato degli Asburgo, avrebbe chiamato un giornalista dello Spiegel per rivelargli che i gioielli dei suoi predecessori erano ben custoditi in una cassetta di sicurezza nel caveau di una banca in Québec. Addirittura la collezione sarebbe ancora nella valigia di cuoio portata dall’imperatrice Zita.

Fino al 1921, ha puntualizzato lo Spiegel, i preziosi sarebbero rimasti in Svizzera, dove li avrebbe portati, il 4 novembre 1918, il conte Leopold Berchtold, su ordine dell’imperatore Carlo I. Poi più nessuna notizia. Scomparsi nel nulla da un momento all’altro. Secondo una delle ipotesi più credibili fino al “ritrovamento” l’imperatrice avrebbe potuto recuperarli e venderli a Budapest, dove si trovava nel 1923. Così non è stato. Infatti la famiglia imperiale, aiutata dai britannici, ben presto fuggì da Budapest e si imbarcò a Bordeaux, destinazione Canada. Zita portò i gioielli con sé oltreoceano e sarebbe stata proprio lei ad affidarli alla banca nel 1940.

In origine della collezione faceva parte anche il celebre diamante da 137 carati chiamato “Florentiner” o “Fiorentino”, oppure ancora detto “La Pietra del Destino”, appartenuto alla famiglia Medici. Per decenni tutti hanno creduto che questo strepitoso diamante fosse finito all’asta a New York nel 1923. Non era così. Il “Florentiner” è sempre stato nel caveau, lontano dallo sguardo, ma non dalla memoria del mondo.

Cento anni dopo

A quanto risulta dalle ricostruzioni dello Spiegel e del New York Times l’imperatrice Zita avrebbe ordinato di svelare il destino dei gioielli degli Asburgo a due eredi maschi del casato, ma solo nel 2022, un secolo dopo la morte dell’imperatore. La volontà della sovrana venne rispettata: tre anni fa i cugini di Karl Habsburg vennero avvisati della questione e ne diedero notizia allo stesso Karl che, allo Spiegel, ha dichiarato: “Tecnicamente i gioielli non sono andati perduti. Solo poche persone sapevano dove fossero”.

A dichiarare l’autenticità del tesoro fu il gioielliere della dinastia imperiale A.E. Köchert il quale, ha ricordato il New York Times, conserva l’unica fotografia del Florentiner, risalente al 1918. Qui cominciano i problemi: a chi appartengono i gioielli? In particolare, a chi appartiene il “Florentiner”? Non è affatto scontato che siano una proprietà degli Asburgo. Sono, infatti, molti i particolari che sfuggono alla comprensione, circondati dalla nebbia del tempo e del mistero. Si potrebbe trattare di una complicata vicenda diplomatica in cui entrerebbero in gioco la ex dinastia imperiale, l’Austria e anche l’Italia.

I conti non tornano

Della collezione, ha sottolineato “IlSole24Ore”, facevano parte 38 pezzi tra cui, hanno sottolineato il New York Times e lo Spiegel, la corona di Sissi e la collana di rose Maria Teresa d’Austria (la madre della regina di Francia Maria Antonietta), che risultano ancora perdute. Tuttavia nel caveau della banca canadese, ha spiegato ancora il quotidiano economico italiano, ci sarebbero solo 15 gioielli degli Asburgo. Secondo gli storici Carlo e Zita ne avrebbero venduti diversi, perché non avevano liquidità: non potevano contare sul loro patrimonio privato, a quanto sembra troppo esiguo. Così l’unica possibilità fu lasciare andare alcuni di questi pezzi di Storia del casato.

Nel 1919, però, l’Austria, ormai repubblica, emanò la “Legge Asburgo”, attraverso la quale decise l’esilio della famiglia imperiale e ne incamerò i beni (non quelli privati). I gioielli che appartenevano alle collezioni personali del casato rimasero nel Palazzo di Schönbrunn, mentre i gioielli della Corona erano nella Hofburg (in origine complesso del Palazzo imperiale, oggi residenza del presidente austriaco) a Vienna. Solo che i preziosi degli Asburgo ritrovati in Canada sarebbero stati prelevati proprio dalla vetrina XIII nella camera del tesoro della Hofburg. Quindi, in teoria, si tratterebbe di un tesoro imperiale, non privato.

Karl Habsburg, però, sostiene che quando la legge entrò in vigore i gioielli erano già fuori dall’Austria. In questo modo il discendente degli Asburgo ne rivendica la proprietà e il diritto a esporli in una mostra fuori dal territorio austriaco. Tuttavia la sua affermazione si basa sull’assunto che il tesoro sia sempre stato un bene privato degli Asburgo. Una tesi da dimostrare, anche perché, come abbiamo visto, i gioielli sarebbero stati prelevati dalla collezione della Corona. Insomma, un vero rompicapo. Come ha fatto notare “IlSole24Ore”, poi, l’imperatore Carlo I avrebbe emanato una legge per impedire l’esportazione di preziosi all’estero. Secondo Karl, però, il sovrano non avrebbe violato una sua norma, semplicemente fatto un’eccezione, prerogativa concessagli dal suo ruolo.

Ora il governo austriaco vorrebbe vederci chiaro e avrebbe già contattato avvocati esperti in materia per capire se le obiezioni sollevate da Karl Habsburg riguardo l’eventuale rivendicazione dei gioielli da parte dell’Austria abbiano fondamento. In ogni caso suona piuttosto strano che per anni l’ex europarlamentare, pur essendo un discendente diretto e il capo del casato, non abbia saputo nulla di questo tesoro. Non è chiaro neppure il motivo per cui non ha annunciato prima il “ritrovamento” dei gioielli. Se non fosse avvenuto il furto al Louvre, che in un certo senso ha fatto “da traino” alla notizia relativa agli Asburgo, Karl avrebbe rivelato l’esistenza dei gioielli?

Rivendicazioni dall’Italia?

Il nostro Paese, ha proseguito “IlSole24Ore”, chiese la restituzione del “Florentiner” già nel 1923. Ora potrebbe riprovarci facendo leva non solo sull’appartenenza del gioiello ai Medici, ma anche sulle volontà dell’ultima discendente di questa potente famiglia, ovvero Anna Maria Luisa (1667-1743), Elettrice Palatina: come ha ricordato il sito del Museo De’ Medici, la nobildonna è rimasta nella Storia per aver stipulato, il 31 ottobre 1737, il famoso “Patto di Famiglia” con gli Asburgo-Lorena di Toscana, che governarono il Granducato dal 1737 al 1801.

In questo testamento-accordo Anna Maria Luisa stabilì che nessuno, neppure gli Asburgo-Lorena, avevano il diritto di portare fuori da Firenze o dal territorio del Granducato opere d’arte e gioielli. Tutto ciò che di bello e di prezioso aveva fatto e possedeva la famiglia Medici doveva rimanere nella città e nello Stato. Un fatto storico incontrovertibile. Con questo “Patto di Famiglia” l’ultima dei Medici voleva preservare lo splendore e la ricchezza di Firenze e della Toscana.

Oggi.it ha fatto notare anche che un’eventuale rivendicazione del Florentiner da parte dell’Italia potrebbe anche basarsi sulla pace di Saint Germain-en-Laye (1919), cioè il trattato stipulato alla fine della Prima Guerra Mondiale che sancì la dissoluzione dell’impero austro-ungarico. L’Italia, infatti, faceva parte dello schieramento che vinse il conflitto. Per questo il “Florentiner”, ha spiegato il settimanale, potrebbe diventare una sorta di “risarcimento di guerra”.

Questo, almeno, in linea teorica. Attualmente appare piuttosto improbabile che lo Stato italiano chieda indietro il diamante "Florentiner" basandosi sul trattato di pace redatto più di cento anni fa. In ogni caso, dal punto di vista giuridico, la questione è molto complicata e non sembra, almeno per ora, che il nostro Paese sia interessato a infilarsi in questo ginepraio.

Un diadema in valigia

Ci sarebbe, infine, un’altra stranezza, riportata dal Guardian. Il 30 luglio 1996 Karl Habsburg, arrivato a Hohenems (Austria) da Ginevra, venne fermato dalle autorità e gli fu chiesto se avesse niente da dichiarare. L’ex europarlamentare avrebbe risposto di no. Solo quando la polizia lo avrebbe avvertito di aver intenzione di perquisire l’aereo, Karl avrebbe ammesso di aver viaggiato con una tiara da 380mila sterline. “Potrei aver fatto un errore”, disse il discendente degli Asburgo, sottolineando, però, di non aver mai neppure pensato di oltrepassare il confine austriaco senza dichiarare l’esistenza del gioiello.

A Karl venne comminata una pena pecuniaria da di 8.500 sterline. Il fatto, però, rimane, se non un mistero, almeno un’altra stranezza.

Magari non ha nulla a che vedere con il tesoro degli Asburgo (e, in effetti, nessuno può dimostrare che vi sia un collegamento tra i due fatti), ma in qualche modo potrebbe aver instillato un dubbio nei media e nell’opinione pubblica. Una di quelle perplessità che rimangono sospese nel tempo in attesa di una spiegazione razionale che, forse, non arriverà mai.

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