Nell'episodio di un famoso film di Alberto Sordi, intitolato Guglielmo il dentone, il protagonista (che ha per massima ambizione quella di appartenere al mondo della tv) capita in un ascensore proprio con loro due: il simbolo stesso della tv di quei tempi. Travolto dall'emozione, il poverino le guarda imbambolato. E le gemelle Kessler, ancorché bellissime e regali, gli sorridono con intenerita simpatia.
Per tutta la loro lunghissima carriera, quasi settant'anni di lustrini e paillettes, Alice ed Ellen, morte ieri a 89 anni, sono state così: sufficientemente glamour da far perdere la testa all'onesto telespettatore; ma non al punto da risultargli distanti, o irraggiungibili. Nate in un sobborgo di Lipsia nel 1936 non ebbero, per loro stessa ammissione, un'infanzia felice: "Prima la guerra, che ci fece perdere due fratelli adorati; poi il dopoguerra, iniziato bene con gli americani e finito malissimo con i russi". Nella decisione di tentare con la danza pesò la brutalità di un padre che maltrattava la madre, "e che ci spinse a pensare: Dobbiamo renderci autonome per non finire come lei". Così, dopo essersi formate all'Opera di Lipsia a 17 anni fuggirono nella Germania Ovest, per debuttare in un cabaret di Düsseldorf. "Lì vedemmo per la prima volta le arance, le banane, le salsicce. Urlavamo di gioia".
Ma la vera svolta fu l'approdo nel 1955 al Lido di Parigi, arruolate tra le mitiche e piumate Bluebell. "Parigi! Fu come arrivare sulla Luna. Quella era la vera libertà!". Anche sessuale: invitate ad una festa dal divo Burt Lancaster "ci accorgemmo che la festa non c'era raccontava Ellen -. C'erano solo Lancaster e un produttore. Alice scappò. Io rimasi". Poco galante, in proposito, il commento di Lancaster anni dopo: "Non ero mai stato a letto con una statua". "Ma aveva ragione lui ammise lei -. Ero troppo intimidita, per trovarmi a tu per tu con una star". Finalmente il 16 gennaio del 1961, a soli 24 anni, Alice ed Ellen sbarcano all'aeroporto di Fiumicino. "C'erano un sacco di giornalisti. Com'è possibile ci chiedemmo - se nessuno ci conosce? Infatti erano lì per l'inaugurazione di una parte dello scalo". Il debutto alla tv italiana fu con Giardino d'Inverno, coreografie di Don Lurio e regia di colui che diverrà amico e mentore d'una vita: Antonello Falqui. "Dopo solo mezza giornata, e senza conoscere una sola parola d'italiano, registrammo la nostra prima sigla: Pollo e champagne". La prima d'una serie che, assieme alle calze nere cui le obbligava la pruderie televisiva ("Ma ogni anno diventavano più velate, finché sparirono del tutto") ai boa di struzzo e alle mantelle di lamé, le rese immensamente popolari: Da-da-unpa. La notte è piccola per noi, quelli belli come noi.
Bastava che le gemelle scendessero in pista, perché la sbalorditiva bellezza di quelle gambe chilometriche, l'esotismo dell'accento, il perfetto sincrono nella danza raddoppiata, e la totale assenza di volgarità (pur nella sensualità esplicita) garantissero il successo di qualunque show del sabato sera: Studio Uno, Biblioteca di Studio Uno, La Prova del Nove, Milleluci. Perfino nel fallimento di Canzonissima 69, un flop nonostante la conduzione di Dorelli e Vianello, le uniche a suscitare applausi unanimi furono loro. E in Italia le due misero su anche casa: Alice fidanzandosi con Enrico Maria Salerno, Ellen con Umberto Orsini. "Siamo stati assieme vent'anni commentava Ellen - ma vedendoci solo per undici. Io ero sempre in giro per mezzo mondo".
Passata l'epopea dei '60 e '70, apparse senza veli su Playboy ("Il numero più venduto in assoluto, fino ad allora") Alice ed Ellen sono state abilissime anche a reinventarsi, come raffinate interpreti teatrali in Bertold Brecht, o nel Kessler Kabarett diretto da Giuseppe Patroni Griffi. E anche se mai più protagoniste, ad ogni riapparizione televisiva scattava sempre, identico e inalterato, l'applauso di un pubblico che non cessava d'essere ammirato e innamorato.