Antonella Aldrighetti
Stop ai ricoveri. La strategia per la riorganizzazione della rete ospedaliera, adottata dalla giunta ulivista di Piero Marrazzo, sembra ormai chiara: chiudere tre ospedali del centro città (San Giacomo, Nuovo Regina Margherita e Forlanini) a fronte dellipotesi di realizzazione di un nosocomio a Talenti. Da quanto emerge dal piano dellAsl Roma A «il progetto è adeguato alle necessità assistenziali crescenti: attività domiciliare anche specialistica, cure palliative e nutrizione parentale». Quindi lofferta sanitaria nel Lazio privilegerà i servizi ambulatoriali e, nel caso di particolari esigenze geriatriche, fornirà degenza ospedaliera negli hospice per i malati terminali e nelle residenze sanitarie. Tutte le altre patologie si cureranno in day hospital.
Ma ecco i dettagli. Il Nuovo Regina Margherita sarà trasformato in una sorta di cronicario per la geriatria e la riabilitazione motoria. Saranno invece cancellati di netto i reparti di otorinolaringoiatria dellinfanzia. Al San Giacomo viceversa verrà chiuso il reparto di degenza di ostetricia e ginecologia in favore delle attività di riabilitazione motoria da fornire in day surgery. Ampio spazio, in centro storico, avrà invece lassistenza ambulatoriale nei day service infermieristici detti «a bassa soglia» con il potenziamento dellassistenza agli immigrati e ai nomadi, nonché la ridefinizione della rete dei consultori. Un ruolo speciale lo ricopririrà il presidio del San Gallicano a Trastevere dove, come ha annunciato il sottosegretario alla Salute Antonio Gallione, sorgerà un centro di riferimento per le malattie dellimmigrazione e della povertà.
Questo sconcertante ridisegno della sanità laziale è diventato terreno di scontro allinterno del centrosinistra, con il presidente dellAsp Lucio DUbaldo (Margherita) che critica lipotesi di chiusura dei tre ospedali e i suoi alleati che cercano di metterlo in riga, chiedendo addirittura la chiusura della stessa Asp. Dal centrodestra il coro unanime che si staglia sulle ipotesi di unassistenza «tutta ambulatoriale» parte dal vicepresidente della commissione Sanità, Stefano De Lillo, del tutto contrario alla chiusura degli ospedali a causa degli handicap delle politiche socio-demografiche errate della sinistra capitolina. Per i centristi dellUdc, il capogruppo Rodolfo Gigli e il consigliere Massimiliano Maselli inoltre «è impensabile costruire nuovi ospedali in assenza di un piano sulla riorganizzazione e razionalizzazione della rete ospedaliera perché - asseriscono - quella che al momento sembra prevalere è la linea della demagogia».
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