Chris Martin: «Ispirati anche dai Blur Ogni canzone ha il suo colore giusto»

Chris Martin, quando avete iniziato a registrare Viva la vida or death and all his friends?
«Abbiamo iniziato il giorno stesso in cui abbiamo finito di incidere l’altro cd. Ci sentivamo di avere ancora qualcosa da dimostrare, eravamo ancora affamati. E così dopo i concerti o durante la notte abbiamo potuto scrivere nuova musica. Non sono imbarazzato a dire che abbiamo improvvisato molto».
Avete detto di essere stati ispirati da un brano dei Blur intitolato Sing.
«Dopo averlo ascoltato, abbiamo tentato di comporre una canzone intitolata Lost che le assomiglia un po’. I Coldplay sono tra i peggiori ma più entusiasti copioni del mondo. Noi cerchiamo di copiare qualsiasi cosa ma sbagliamo e alla fine componiamo qualcosa che assomiglia a noi. La regola chiave del disco è che non abbiamo potuto fare nulla che non fosse compatibile con quanto avevamo fatto fino a quel momento. È stato come buttare via i vecchi trucchi ed essere sicuri che ciascuna canzoni avesse il suo colore giusto».
Ad aiutarvi è arrivato Brian Eno, celebre produttore degli U2.
«Abbiamo deciso di chiedergli un consiglio per trovare un produttore e lui si è autocandidato. Gli abbiamo detto: “Brian, noi vogliamo davvero cambiare un po’ ”. E lui ha risposto: “Potrei darvi una mano”».
La copertina del disco è la riproduzione di un quadro di Delacroix e il titolo è preso da un’opera di Frida Kahlo.
«In realtà il titolo dell’album per intero è “Viva la vida or death and all his friends” e nessuno di noi sa spiegare perché l’abbiamo scelto. L’unica cosa che ci sentiamo di dire è che funzionava bene. (...).

Ci piaceva l’idea che uno possa ascoltare oppure no e poi decidere quale sia il titolo che preferisce. Un po’ come quei libri in cui puoi scegliere il finale. Vogliamo che la gente sia più libera quando valuta la nostra musica».
(Estratto di un’intervista per gentile concessione della Emi)

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