Enrico Pazzali (nella foto), ex titolare dell'agenzia investigativa Equalize ed ex presidente di Fondazione Fiera, "chiedeva a Carmine Gallo" di fare accessi abusivi allo Sdi delle forze dell'ordine, in particolare su Ignazio La Russa e famiglia, compresi i figli e la moglie. Lo ha dichiarato, da quanto si è saputo, l'esperto informatico Nunzio Samuele Calamucci facendo riferimento a ciò che gli avrebbe detto l'ex superpoliziotto, morto a marzo, in merito alle richieste del fondatore di Equalize (che le ha sempre negate).
È solo uno dei punti toccati nelle oltre dieci ore di faccia a faccia, di due giorni fa, dei due coindagati davanti ai pm della Dda milanese e della Dna. Calamucci e Pazzali sono rimasti sulle proprie posizioni, in momenti di contrasto anche acceso. "Tutti lo sapevano, tu per primo, che ci chiedevi di fare queste cose", ha sostenuto l'hacker, "No che non lo sapevo, lo facevate a mia insaputa", ha risposto il suo ex datore di lavoro. Dagli atti delle indagini tra l'altro è emerso che, oltre alle già note ricerche su La Russa e figli del maggio 2023, ci sono stati tra 2023 e 2024 otto accessi allo Sdi sul presidente del Senato e la famiglia, di cui in un caso su Lorenzo e Leonardo Apache, effettuati nel giugno 2023 negli uffici delle forze dell'ordine di Malpensa.
"Mi ha detto Gallo che Pazzali gli chiedeva gli Sdi su La Russa", ha ribadito Calamucci, le cui dichiarazioni risultano fin qui riscontrate, secondo i pm, da intercettazioni. Intanto la sua posizione - è difeso dall'avvocata Antonella Augimeri - va verso lo stralcio e un probabile patteggiamento.